Una serie inedita di 800 foto svela i segreti di Villa Certosa, la residenza di Silvio Berlusconi in Sardegna. Gli scatti, di proprietà del fotografo Antonello Zappadu, sono stati allegati a corredo di un esposto per abusi edilizi presentato alla Procura di Tempio Pausania insieme al suo avvocato Angelo Merlini.

TUNNEL SOTTOMARINI E BUNKER – Il reporter sardo, che ha già pubblicato diverse immagini sul giardino della villa di Porto Rotondo, ha dichiarato che «nella denuncia vengono configurate le ipotesi di rilevanti abusi edilizi ed il reato di importazione di animali esotici, probabilmente mai regolarmente denunciati». Zappadu è in possesso di 800 foto, realizzate da una persona anonima che poi le ha inoltrate via e-mail al reporter tra il 2008 e il 2009, all’indirizzo della Ecoprensa di Bogotà, l’agenzia fotografica di cui è socio. Nelle immagini si vedono alcuni interni di un edificio costruito nel parco di Villa Certosa con camere da letto, spazi di ritrovo e di relax, sale riunioni, statue in bronzo, quadri e arredi. Ma gli scatti mostrano anche sequenze di un tunnel sottomarino con un fondale subacqueo composto da un mosaico raffigurante la divinità pagana di Nettuno. Il Fatto Quotidiano, che ha visto 40 di queste foto, ne ha raccontato il contenuto in un articolo del 14 luglio firmato da Elena Rosselli.



DIVANI A FORMA DI LABBRA – La giornalista de Il Fatto Quotidiano spiega che ciò che si vede è «una sorta di bunker ricco di elementi architettonici che fanno tornare alla memoria la grande passione di Berlusconi per la simbologia o meglio, per la massoneria. Una passione nata negli anni Settanta, quando il futuro premier si iscrive alla Loggia P2 con la tessera numero 1816 e viene iniziato, stando ai racconti del Venerabile Maestro, Licio Gelli, “con la cerimonia della spada”». Il soffitto dell’edificio, che riproduce il cielo stellato, è sostenuto da otto colonne intervallate da pareti che ospitano 12 nicchie. Al loro interno ampolle e bottiglie per un totale di 26 anfore. E ciascuna ha un’iscrizione in latino che ne indica il contenuto. Per Il Fatto Quotidiano, «le foto paiono confermare quello che numerosi osservatori hanno sempre affermato su Villa La Certosa, ossia che Berlusconi – e con lui l’architetto Gianni Gamondi – abbiano sin dall’inizio concepito la residenza sarda come un luogo iniziatico». Ma dalle foto si noterebbe anche, almeno secondo chi le ha viste, una certa insistenza sull’elemento erotico e sui doppi sensi a sfondo sessuale. Tra gli elementi «rivelatori», quantomeno secondo lo sguardo piuttosto malizioso della cronista de Il Fatto Quotidiano, i colori rosa shocking, i tubi fluorescenti, il divano a forma di labbra e il grande letto matrimoniale fucsia sormontato da quindici cuscini. Ma ai presunti simboli massonici di Villa Certosa era già stato dedicato un articolo de L’Espresso.



UN GIARDINO «MASSONICO» – Il settimanale in particolare si era soffermato sulle forme dell’orto botanico che, visto dall’alto, presenta una pianta quadrata sul modello del Tempio di Salomone a Gerusalemme, costruito nel X secolo avanti Cristo e distrutto dai Babilonesi 500 anni dopo. Per gli esperti dell’architettura massonica, il Tempio di Salomone ha un ruolo chiave per avere ospitato l’Arca dell’Alleanza. Inoltre le misure del tempio si ritenevano ricavate da un «codice cosmico». Ma L’espresso sottolinea soprattutto che il Tempio è caro ai massoni perché secondo la loro tradizione a progettarlo fu Hiram Abif, figura allegorica di architetto cui si ispira la massoneria a livello internazionale. Non va dimenticato che Berlusconi, dopo avere acquistato Villa Certosa negli anni ’80, ne ha riplasmato il design a sua immagine grazie all’opera dell’architetto Gianni Gamondi. Come ha spiegato a L’espresso Marcello Fagiolo, professore di Storia dell’Architettura all’Università La Sapienza, «labirinti e teatri di verzura, anfiteatri e orti botanici, obelischi e piramidi, Campi Elisi e mausolei, rovine reali o artificiali, romitori e cerchi di pietre sono tutte tipiche espressioni del giardino massonico. Soprattutto quando il giardino è rappresentato come visione scenica, somma di paesaggi diversificati con sorprendenti colpi di scena, ambientati in boschi o vallette, montagnole e laghetti artificiali, fino all’abbinata lago-vulcano, che evoca il tema del battesimo col fuoco».



 

(Pietro Vernizzi)