Uno squalo bianco lungo circa quattro metri sarebbe stato avvistato al largo dell’isola di Capraia. Immediata la reazione dei bagnanti che per paura non entrano in acqua. Allarmismo esagerato? Ma lo squalo, poi, è stato visto veramente?

E’ il 21 giugno, quando un gruppo di biologi del museo fiorentino della Specola avvistano e filmano uno squalo bianco della lunghezza di circa quattro metri. Si trovano a circa sei miglia dalla costa, nel tratto di mare tra Capraia e la Corsica. Al loro ritorno lanciano immediatamente l’allarme. Benché la notizia arrivi ai media con una decina di giorni di ritardo, i turisti della zona ne vengono a conoscenza ben presto. E scatta il panico: i sub rifiutano di immergersi, molti bagnanti non entrano in acqua. Non è una scena del film Lo squalo di Steven Spielberg, ma ricorda piuttosto il panico creatosi circa un anno fa nel Mar Rosso, quando diversi turisti furono attaccati e uccisi da uno o più squali, tanto da generare un’ondata di panico enorme. Il gruppo di studiosi fiorentini stava effettuando una ricerca sui cetacei quando, secondo la loro testimonianza, si sono imbattuti nello squalo. Al proposito, Cecilia Volpi, una dei biologi che erano sull’imbarcazione, non ha dubbi: “Eravamo un gruppo di otto persone, con turni di quattro persone fisse a osservare l’acqua per identificare cetacei di vario tipo. A un certo punto, nel tardo pomeriggio del 21 giugno, ci trovavamo fra la Corsica e Capraia per fotografare alcuni delfini. C’erano tante pinne in acqua. Poi i delfini si sono allontanati e abbiamo notato che una pinna rimaneva fissa in acqua. Ci siamo avvicinati e ci siamo accorti che si tratta di uno squalo”. Lo squalo sarebbe rimasto davanti a loro parecchio tempo per nulla indisturbato, anche se la stessa biologa non si dice sicura al cento per cento che fosse uno squalo bianco: avrebbe potuto essere anche uno squalo makò. Che è anche esso molto pericoloso per l’uomo. Ma è la stessa Volpi a buttare acqua sul fuoco: sono più pericolosi gli uomini per gli squali che viceversa. Lo squalo bianco, spiega, è una specie in via di estinzione, in molti gli danno la caccia per procurarsi le pinne e poi, se non viene molestato, non attacca l’uomo.



Il più scocciato per tutta la faccenda è però l’assessore al turismo del comune di Capraia, Fabio Mazzei. Si è creato un clima di terrore, dice, subacquei e bagnanti non entrano più in acqua. Se non ci dovessero essere prove concrete dell’avvistamento, ha annunciato che farà ricorso per danni. E aggiunge: “In 25 anni di mare non ho mai avuto un incontro con lo squalo bianco”. Gli ha fatto eco il sindaco di Capraia: “Sono tutte bufale, così si distrugge il turismo”. Il filmato mostrato dai biologi, aggiunge, mostra alcune incongruenze. Pericolo? Il mare, dicono gli amministratori di Capraia, da sempre è abitato dagli squali. Andando a spulciare un po’ di statistiche, si nota che in effetti i casi di attacchi di squali a uomini sono davvero pochissimi e dispersi in un periodo lunghissimo. L’ultimo caso di persona uccisa da uno squalo risale infatti al febbraio 1989 e in circostanze del tutto particolari, di quelle cioè che non possono accadere a un normale turista. Si tratta del caso di un addetto alla rimozione di sporcizia biologica da cavi sottomarini che si trovava nel Golfo di Barattti, vicino a Piombino. L’uomo si trovava a una profondità di 27 metri quando venne attaccato da uno squalo bianco: provò a risalire, ma venne trascinato a fondo dallo squalo. Il suo corpo non venne mai ritrovato, probabilmente divorato dallo squalo stesso. Il 30 luglio 1991 invece una persona a bordo di una canoa che stava tornando verso la riva, a circa venti metri da essa, venne aggredito da uno squalo bianco, come testimoniarono alcuni denti rimasti incastrati sull’imbarcazione. Da allora, non si sono più registrati casi di attacchi analoghi.



In realtà, la presenza degli squali nel Mar Mediterraneo non è una novità. Essi sono parte integrante dell’ambiente animale dell’antico Mar Nostrum. Si contano infatti più di ottanta specie diverse di squali, da quelli che non sono lunghi più di poche decine di centimetri ad altri molto grandi come lo squalo elefante. Non molto tempo fa al largo di Civitanova marche è stato pescato proprio un esemplare di squalo elefante che pesava venti tonnellate. Lo squalo elefante è però del tutto innocuo, in quanto si nutre di piccoli organismi dell’ambiente marino. Altri squali di dimensioni piuttosto grandi sono la verdesca, lo smeriglio, lo squalo volpe. E poi c’è lo squalo bianco, da sempre quello che incute i maggiori timori. Lo squalo bianco è il più grande pesce predatore del sistema marino. Lo squalo bianco si trova un po’ in tutte le acque del mondo, basta che siano fredde o temperate tra gli undici e i ventiquattro gradi.



Si trova in grande numero nelle coste meridionali dell’Australia, del Sudafrica, della California e del Messico E ancora: Guadalupe, Nuova Zelanda e Mar Mediterraneo. E proprio qui, esiste un’area di riproduzione dello squalo bianco in una zona compresa tra Sicilia, Malta e Tunisia. Gli squali bianchi, si ipotizza siano arrivati nel nostro mare circa mezzo milione di anni fa passando dallo stretto di Gibilterra per uno sbaglio nel seguire le correnti marine dopo di che non sono più riusciti a uscirne. Da allora infatti non si è più avuto notizia di squali atlantici che siano riusciti a entrare nel Mediterraneo. Va altresì segnalato che gli squali sono a rischio estinzione da ormai diversi anni, anzi quindici tipi di squalo risultano già estinti. E’ una notizia che deve generare preoccupazione più che sollievo. Gli squali infatti hanno una funzione importante di controllo sulla popolazione ittica, un Mediterraneo senza squali porterebbe a un profondo squilibrio dell’ecosistema, con una crescita incontrollata di specie come granchi, polipi, seppie.