Come non ricordarlo nei panni del prescelto Neo nella trilogia di “Matrix”, o in quelli di Johnny in “Point Break” o nelle vesti del principe Siddartha ne “Il piccolo Buddha”: Keanu Reeves è ormai una stella affermata e brillante di Hollywood, ma nonostante il suo successo planetario, nella vita privata ne ha viste veramente di tutti i colori. Prima muore uno dei suoi migliori amici, River Phoenix, seguito dalla scomparsa della figlia avuta con Jennifer Syme, morta poco dopo essere nata. Poi i due colpi finali, cioè la morte della sua amata Jennifer in un incidente d’auto e una leucemia diagnostica alla sorella dell’attore Kim. Keanu finisce in un vortice di solitudine e depressione e tutti ricordiamo quella foto che ritrae l’attore seduto su una panchina in un parco intento a mangiarsi un panino tutto da solo. I fan, sempre fedeli e vicini ai propri beniamini, hanno così deciso di promuovere numerose iniziative a suo favore, come quella chiamata “Cheer Up Keanu”, cioè “Tirati su Keanu”, una specie di gara per tentare di far tornare il sorriso sul volto dell’attore libanese naturalizzato canadese. Questa campagna del buonumore ha visto anche una propria giornata speciale, il 15 giugno, chiamata per l’appunto “Cheer Up Keanu Day”. Ma tutti gli sforzi dei fan di Reeves sembrano vani davanti alle sue ferite che non si riescono a rimarginare e l’attore, come se non bastasse, stupisce tutti pubblicando il suo primo libro, intitolato “Ode to Happiness” (Steidl, 55 dollari).
Il titolo promette bene, direte voi; magari ha deciso di uscire dal suo guscio di solitudine ed è intenzionato a gridare al mondo la sua rinascita attraverso le pagine di un volume. E invece vi sbagliate perché, nonostante il titolo parli di un ode alla felicità, il contenuto porta esattamente nella direzione opposta. Si può dire che il succo del libro sta nella frase: “Perché sforzarsi tanto per cercare la felicità?” oppure “Basta ricercare continuamente la felicità!”, e Reeves punta anche il dito contro i colleghi che più di tutti si sono macchiati di questa colpa, come la coppia Brad Pitt – Angelina Jolie e le loro numerose iniziative benefiche per i popoli del Terzo Mondo, o Ben Affleck, classico maschietto tutta casa e chiesa. Non viene risparmiata neanche Gwyneth Paltrow che con il suo sito “Goop”, cerca di trasmettere chili e chili di amore e felicità.Ora vi chiederete: ma se non devi cercare la felicità, che fai? La risposta, come sempre, ce l’ha il nostro Keanu, secondo cui è molto meglio una sana e stimolante tristezza, in cui poter sprofondare per pensare alla propria vita e arrivare a capire le cose davvero importanti della propria esistenza. Eppure si sbaglia chi pensa che questa prima opera dell’attore raccolga solo le deliranti frasi di uomo che nella vita privata è stato colto da gravissime disgrazie personali: Keanu Reeves ha voluto far sapere a tutti, con sarcasmo e un tocco di comicità, che il dolore persiste, ma che la cosa davvero importante è riconoscerlo e accettarlo.
E’ proprio lui a commentare la nascita del libro, e di quando si trovava nella cucina di una sua amica, Janey: “La radio stava trasmettendo canzoni così deprimenti che mi sono messo a scrivere rime altrettanto strappalacrime. La mia amica rideva così tanto di questo melodramma che ho cominciato a mettere una dietro l’altra queste frasi di autocommiserazione, fino a collezionarne sempre più spesso. E più erano deprimenti, più diventavano comiche”. Quindi inizia tutto praticamente come uno scherzo, che poi però si fa molto più serio quando questi appunti finiscono tra le mani della sua amica e celebre illustratrice di Los Angeles Alexandra Grant, che ha cominciato a buttare giù numerosi bozzetti, fino a creare tutte le illustrazioni per il volume. I due contattarono poi un editore che accettò di pubblicare la prima opera dell’attore americano, “Ode To Happiness”.