Il 2012 anno bisestile: oltre alle tante tasse e alla crisi, ci mancava pure questa. Scherzando ovviamente perché la credenza che dice “anno bisesto anno funesto” è ovviamente appunto una credenza che fortunatamente non trova corrispondenze nella realtà. Anche se, e forse non è un caso, la famosa profezia dei maya sulla fine del mondo cade proprio in un anno bisestile come questo… Ricordiamo però per i più ottimisti che il 2012 segna la fine dell’era del segno dei pesi e l’inizio dell’era dell’acquario, considerata un’era di grande felicità. La fama di portatore di sciagure l’anno bisestile se la porta dietro perché come succedeva spesso nel passato, tutte le cose differenti dalla norma mettevano paura, ad esempio le eclissi di luna o di sole, le comete e altre stranezze. Insomma erano fenomeni che per forza di cose dovevano essere di cattivo auspicio: qualcosa di brutto dovrà accadere in un anno che è diverso da tutti gli altri. Poi naturalmente si sono assommate fenomeni naturali capitati durante un anno bisestile come la coincidenza dei terremoti di Messina o del Friuli, e la fama di porta sventura è diventata automatica. In realtà c’è anche un motivo storico per cui all’anno bisestile viene data tale fama, ma prima di tutto che cosa è esattamente? Per via dei movimenti cosmici, ogni quattro anni succede che si accumula un giorno in più di ritardo che farebbe slittare il normale corso delle stagioni. Un effetto che colpisce più che altro i calendari. Si tratta cioè di usare un accorgimento per evitare tale slittamento: ai normali 365 giorni dell’anno se ne aggiunge un altro ogni quattro anni, e questo si fa nel mese di febbraio che dunque in un anno bisestile anziché essere di 28 giorni diventa di durata di 29 giorni. La regolazione degli anni bisestili risale addirittura ai tempi di Ottaviano Augusto che la impose già nell’8 avanti Cristo, aggiungendo un giorno di più dopo il 24 febbraio. E propri gli antichi romani sono responsabili in un certo modo della fama di anno porta sfortuna, proprio perché usarono il mese di febbraio. Normalmente tale mese era infatti il “mensis feralis”, il mese dedicato ai morti, in cui si tenevano i riti funebri per i defunti. Questo perché nel calendario antico febbraio era l’ultimo mese dell’anno che sarebbe ricominciato dal primo marzo. A fine del mese di febbraio, poi, per gli antichi romani si tenevano le “ferali”, celebrazioni solenni per i morti seguite dalle “terminali” per celebrare Termine dio dei confini quindi si tenevano le “equorei” gare di corsa che simboleggiavano la fine del ciclo cosmico. Gli anni bisestili si calcolano ogni quattro anni, il prossimo sarà nel 2016. Sono numerose le dicerie che si sono applicate nel tempo a questo tipo di anno, ad esempio quella che dice “Anno bisesto tutte le donne senza sesto” perché le donne sarebbero più soggette a stravaganze dovute al periodo bizzarro. E ancora: “Anno che bisesta non si sposa e non s’innesta” fino alla sfortuna: “Anno bisesto tutte le cose van di traverso”. E’ talmente evidente l’influenza degli antichi romani sulle dicerie relative all’anno bisestile che nei Paesi non latini e meno soggetti a tali influssi storici, ad esempio quelli anglo sassoni, l’anno bisestile invece si considera bene augurante e iniziare una attività il 29 febbraio è di buon auspicio. Curiosamente però proprio negli Stati Uniti d’America si è notato uno strano fenomeno. Molti presidenti che vengono eletti nel quinto degli anni bisestili non portano a termine il loro mandato. E’ infatti successo a William Harrison, eletto nel 1840, e poi ad Abramo Lincoln eletto nel 1860.



E ancora: James Garfield, (1880), William McKinley (1900), Warren Harding (1920), Franklin D. Roosevelt (1940), e John Kennedy (1960). In realtà il 1900 non fu anno bisestile perché per esserlo esso deve essere divisibile per quattro. E poi sia Reagan, eletto nel 1980, che Bush eletto nel 2000 hanno portato felicemente a termine i loro mandati.

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