Oggi e la festa della mamma e, come spesso accade, il logo di Google si è animato per l’occasione. La festa della mamma nasce in realtà con un tono religioso, legata al culto delle divinità della fertilità degli antichi popoli politeisti, ma con il passare del tempo divenne una festa commerciale. Nel 1870 fu Julia Ward Howe, attivista pacifista americana, a proporre l’istituzione del Mother’s Day, ricorrenza poi ufficializzata nel 1914 dal presidente americano Wilson con la delibera del Congresso di festeggiarla la seconda domenica di maggio. In Italia fu invece celebrata la prima volta il 12 maggio 1957 da don Otello Migliosi ad Assisi, sempre la seconda domenica di maggio. Sono tanti i poeti, scrittori e cantanti che nel corso dei secoli hanno voluto dedicare parole alla propria madre. A cominciare dal poeta libanese Kahil Gibral, che ha scritto: «La parola più bella/sulle labbra del genere umano è “Madre”,/e la più bella invocazione è “Madre mia”./E’ la fonte dell’amore, della misericordia,/della comprensione, del perdono./Ogni cosa in natura parla della madre». Anche lo scrittore francese Honorè de Balzac ha voluto rendere omaggio alle mamme, scrivendo che «il cuore di una madre è un abisso in fondo al quale si trova sempre un perdono». Il predicatore americano Edwin H. Chapin afferma invece che «nessun linguaggio può esprimere il potere, la bellezza, l’eroismo dell’amore materno». Anche lo statista britannico William Churcill ha dedicato il suo pensiero alla mamma: «Mia madre ha lasciato una brillante impressione sulla mia infanzia. Splendeva per me come una stella della sera». William Ross Wallace in “What Rules The World” afferma:  «La mano che fa dondolare la culla è la mano che regge il mondo». Il romanziere Tiziano Scarpa, nella sua opera Stabat Mater, scrive: «Ogni parola che scrivo è soltanto un altro modo per dire il tuo nome./Anche se scrivo cielo, terra, musica, dolore, io sto scrivendo/sempre e soltanto mamma». Anche i poeti hanno decantato l’amore materno, come Francesco Pastonchi, poeta di origine ligure, che dedica alla madre la poesia “Che cos’è la mamma” nella quale afferma che «Una mamma è come un albero grande/che tutti i suoi frutti ti da:/per quanti gliene domandi/sempre uno ne troverà./Ti da il frutto, il fiore, la foglia,/per te di tutto si spoglia,/anche i rami si taglierà (…)». Il poeta austriaco Rainer Maria Rilke dedica alla mamma la poesia “Le mani della madre”: «Tu non sei più vicina a Dio/di noi; siamo lontani tutti. Ma tu hai stupende/benedette le mani./Nascono chiare in te dal manto,/luminoso contorno:/io sono la rugiada, il giorno,/ma tu, tu sei la pianta». Ne “La madre” Giuseppe Ungaretti recita: «E il cuore quando d’un ultimo battito/avrà fatto cadere il muro d’ombra/per condurmi, Madre, sino al Signore,/come una volta mi darai la mano». 



Anche molti cantanti hanno voluto rendere omaggio alla figura della mamma, e come dimenticare il classico brano “Mamma” di Bixio e Cherubini: «Mamma, solo per te la mia canzone vola,/mamma, sarai con me, tu non sarai più sola!/Quanto ti voglio bene!/Queste parole d’amore che ti sospira il mio cuore/forse non s’usano più,/mamma!/ma la canzone mia più bella sei tu!/Sei tu la vita/e per la vita non ti lascio mai più!». Come anche la dedica firmata dal cantautore Edoardo Bennato “W la mamma”: «Viva la mamma/affezionata a quella gonna un po’ lunga/indaffarata sempre e sempre convinta/a volte un po’ severa». Un recente spot legato alle Olimpiadi di Londra 2012, che ha ormai fatto il giro del mondo, racconta proprio l’importanza della mamma nella vita di ogni figlio, concludendo con la frase: «Il lavoro più faticoso del mondo, è anche il migliore del mondo. Grazie, mamma».

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