Ieri Mattia ha avvistato una medusa nelle acque di San Remo. Era una Rhizostoma Pulmo, meglio nota con il nome di “Polmone di mare”. È innocua per fortuna. L’esemplare, inoltre, si trovava solo, non in branco. I bagnanti della città del celebre festival della canzone italiana possono dunque tirare un respiro di sollievo e concedersi un bagno senza troppi pensieri per la testa. È andata invece peggio a Renato che a Castellabate si è imbattuto in un esemplare urticante. Stessa sorte è toccata a Simona, che sull’Isola d’Elba si è imbattuta in un gruppo di almeno 50 meduse dalle quali ha dovuto girare alla larga. Se quest’anno in Campania le meduse non sono molte (solo 13 avvistmanenti), è la Toscana la regione con il più alto numero (70). La Liguria è invece la seconda regione d’Italia per presenza di meduse (40 avvistamenti fino ad oggi). Ad offrire informazioni sulla diffusione dei fastidiosissimi (per i bagnanti) ma così utili (all’ecosistema marino) celenterati è il portale meteomeduse.focus.it realizzato dalla rivista Focus. A chiudere il podio delle acque a più alta densità di meduse c’è la Calabria con quasi 30 avvistamenti. Seguono Friuli-Venezia Giulia e Sardegna con 25, Puglia (15) e Campania (13). Una decina di segnalazioni anche in Emilia Romagna (10). Scarsa presenza di meduse in Basilicata (5) e nel Lazio (1).



Le specie più diffuse nei mari italiani – grazie al cielo – sono innocue: oltre alla già citata Rhizostoma Pulmo, il “Polmone di mare”, infatti, tra le “non urticanti” o poco “urticanti” più frequentemente segnalate, ci sono anche l’Aurelia Aurita, facilmente riconoscibile per la forma perfettamente sferica del suo ombrello, e la Catostylus Tagi, la grande medusa gelatinosa che può raggiungere, con il suo cappello, un diametro persino di 50 cm. La specie urticante più ricorrente nelle segnalazioni, infine, è la Pelagia Noctulica, o “Medusa luminosa”, per via della sua caratteristica bioluminescenza.



Il metodo utilizzato per raccogliere i dati, basato sulla volontaria segnalazione degli utenti registrati, è per forza di cose sperimentale e anche un po’ approssimativo forse, ma permette tuttavia di ottenere informazioni utili, vista anche l’attendibilità scientifica della rivista Focus. Il programma, infatti, permette agli utenti di inserire dati sulla specie e tipo (urticante o non urticante) della medusa avvistata, la località, la data e dove (se al largo o in riva). Meteo meduse consente inoltre di indicare sia il numero sia la densità degli esemplari osservati.

Censire le meduse è possibile anche dal proprio videofonino, smartphone o tablet. Il meteo delle meduse, infatti, è disponibile anche in veste “app” direttamente scaricabile sia da Google Play, per i dispositivi che operano con sistemi operativi Android, sia dall’App Store di Apple. L’applicazione permette di inviare la propria segnalazione, di consultare la mappa delle meduse in Italia, di controllare le caratteristiche delle diverse specie e di informarsi su cosa occorre fare in caso di puntura. ). E non mancano nemmeno le segnalazioni dall’estero: una proviene dalla Corsica, una da Menton (Francia) e una niente meno che dai dintorni di Barcellona.



Tornando in Italia, in particolare in Sardegna, infine, non si può non notare come la maggior parte degli avvistamenti provenga dalla costa est. Da Olbia fino a Villasimius, le segnalazioni sono state quasi 20. Anche se un paio provengono dall’entroterra. Strano direte voi? Eppure è così: una sembra proprio un errore di caricamento del sistema; ma l’altra potrebbe anche destare qualche preoccupazione tra i biologi nostrani. Tonio, infatti, in un paesino non meglio identificabile situato a est del Gennargentu, proprio nel cuore della regione, ha avvistato qualche migliaio di esemplari di Chrysaora Hysoscella nella piscina comunale. Sono più di 500 al metro quadro spiega Tonio nelle note, mettendo in guardia chi vuole fare un tuffo. Cosa non si scopre a monitorare la diffusione di una specie…

 

(Matteo Rigamonti)