Di sicuro, il video “Io ci sto” di Katia Ghirardi per Intesa Sanpaolo sta diventando virale, e il social, si sa, ha sempre due facce. Da una parte il rischio bullismo, la messa alla berlina di persone comuni che già potrebbero non essere in grado di fronteggiare la popolarità, figuriamoci l’essere dileggiate. Resta il fatto che il video con la “canzoncina aziendale” della direttrice della filiale resta particolarmente simpatico e soprattutto ha scatenato una quantità straordinaria di fans, che hanno creato diverse pagine sui social che celebrano il video di Katia. A partire da “Katia Ghirardi fanpage”, fino a “Scalare Intesa Sanpaolo con Katia Ghirardi e i suoi BoyZ”, “Katia Ghirardi presidente del consiglio”, “Capodanno con Katia Ghirardi”, e ancora “Stage di marketing virale con Katia”. Di sicuro, per quanto il video fosse dedicato a un contest aziendale interno di Intesa Sanpaolo, nessuna pubblicità studiata a tavolino avrebbe potuto avere l’effetto dirompente del video che in meno di 24 ore ha conquistato l’Italia. (agg. di Fabio Belli)
PER SELVAGGIA LUCARELLI SI RISCHIA “L’EFFETTO CANTONE”
Protagonista indiscussa del video privato di Banca Intesa, finito chissà come e soprattutto da chi sul web, tanto da diventare rapidamente virale, vede protagonista indiscussa Katia Ghirardi. Ma ora che tutti stanno continuando a ridere di lei, cosa succederà? Interpellata da Huffpost Italia, Banca Intesa si è detta del tutto estranea rispetto al responsabile della diffusione del video, confermando che questo sarebbe dovuto restare assolutamente interno all’azienda. Ma mentre sui social spopolano i meme e le parodie, a scendere in difesa della direttrice della banca dando una lettura diversa al caso è stata Selvaggia Lucarelli che in un lungo post su Facebook ha definito Katia Ghirardi vittima di “bullismo”. Il caso di oggi riporta alla memoria della Lucarelli un altro emblematico caso di cyberbullismo, quello di Tiziana Cantone. “Sì, è un gigantesco, orrendo bullismo di massa”, dice la Lucarelli in merito a quanto sta accadendo a scapito della direttrice di Banca Intesa. “Katia è probabilmente un’aziendalista di quelle che fanno sorridere, di quelle che in banca arrivano 10 minuti prima dell’apertura ed escono dieci minuti dopo la chiusura. E’ probabilmente una che non conosce nulla del web, i meccanismi, le trappole, i rischi”, dice la Lucarelli che, dopo aver sbirciato la sua bacheca Facebook avrebbe compreso come in realtà Katia sia “una donna qualunque, una che ha una pagina fb piena zeppa di immagini della Madonna, di Gesù, di contenuti di Radio Maria, di candele che bruciano. Di foto di un bambino che le somiglia”. Insomma, il rischio effetto Cantone sembra essere drammaticamente dietro l’angolo. E se è vero che il web, come dice la Lucarelli, non è più quello di una volta, in tanti sembrano ancora non averlo ancora capito. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
VIDEO PRIVATO FINISCE SUL WEB
Doveva essere un semplice video motivazionale. Doveva essere un semplice video motivazionale privato e invece, non si sa come, qualcosa è andato storto. Le riprese sono diventate pubbliche. Con tutto quello che ne consegue: insulti, parolacce, pubblica gogna. Ad andarci di mezzo una direttrice di banca di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, e tutti i suoi dipendenti, ‘rei’ di aver girato un breve video in cui l’obiettivo era quello di motivare i colleghi a svolgere nel miglior modo possibile il proprio lavoro. Un intento nobile, senza alcun dubbio, ma che svolto in questo modo (per rendersene conto è necessario visionare il video che trovate qua sotto) è diventato involontariamente comico. Al grido di ‘Io ci sto!’ l’ignara direttrice motivava i suoi dipendenti che, uno ad uno, si presentavano e spiegavano la loro mansione in filiale.
Dopodiché la disinibita direttrice si esibiva in una sbilenca canzoncina (‘Io ci sto, ci metto la faccia, ci metto la testa, ci metto il cuore’) e presentava una torta ‘motivazionale’, sempre a forma di cuore. Dulcis in fundo, direttrice e dipendenti si mettevano le mani una sopra l’altra a mo’ dei quattro moschettieri.
PUBBLICA GOGNA SUI SOCIAL
Appena pubblicato sul web, il video è stato subito segnalato come uno dei più cliccati e dei più commentati. La malvagità e la cattiveria dei social del mondo in cui viviamo lascia senza parole: insulti, commenti beceri e fuori luogo per un video sostanzialmente innocuo e non destinato al pubblico. Questo è il punto: il video non era stato pensato per essere pubblico ma solo ed esclusivamente per un contesto privato. Ma questa giustificazione non è servita affatto, tant’è che oltre all’idignazione del web è arrivata anche quella dei sindacati. Invece di prendere le difese dell’intera filiale di Intesa San Paolo, i difensori dei lavoratori si sono schierati contro determinate tipologie di video motivazionali. Come afferma il quotidiano online ‘Today.it’, infatti, i sindacati avrebbero detto che questi video richiamano alla mente ‘la saga fantozziana e il direttore totale Cobram’ aggiungendo legna sul fuoco ad una situazione già complessa di suo. Il web non perdona, si sa, (e questo è un fatto che non ci piace ma a cui, volenti o nolenti, ci si deve fare i conti) ma i sindacati potrebbero perlomeno chiudere un occhio. Almeno questa volta.