Mentre nuove Regioni sono diventate di colore rosso e arancione e in quel di Milano nelle ultime ore si registra un lieve decremento dei casi di positività al Covid-19, la domanda che molti si pongono è se i contagi stiano rallentando o se invece ancora non si vede la luce in fondo al tunnel di quella che è ufficialmente la seconda ondata in Italia della pandemia. Come fanno notare gli esperti, per vedere effettivamente i risultati delle nuove misure varate dal Governo e di quelle in alcuni casi più restrittive adottate a livello locale serviranno alcuni giorni: tuttavia da alcuni indicatori possiamo provare a farci un’idea di quale sia la situazione nel nostro Paese in modo da capire se si vada verso un nuovo lockdown o si possa ancora scongiurare questa eventualità. Infatti da una parte i recenti segnali positivi registrati fanno ben sperare in proiezione futura ma va anche detto che la diminuzione dei casi potrebbe anche nascondere la meno fausta ipotesi che il tracking sia saltato dal momento che, come spesso ricordato, questo funziona solo fino a una certa soglia per poi diventare impossibile da eseguire anche nel caso del sistema sanitario più strutturato ed efficiente del mondo.
LA CURVA DEI CONTAGI STA RALLENTANDO?
Da una parte alcuni segnali di inversione della tendenza nella curva dei contagi sono evidenti mentre di recente esperti del calibro di Andrea Crisanti e Walter Ricciardi hanno invitato alla prudenza e hanno candidamente ammesso di non voler scommettere un euro sul fatto che non vi sarà una seconda chiusura. Ma cosa sta accadendo? Guardando innanzitutto l’indice Rpt, ovvero la percentuale dei soggetti risultati positivi sul totale dei tamponi effettuati, sta pian piano scendendo dopo aver toccato il pericoloso picco del 17,1% solo lo scorso 9 novembre: indubbiamente è un parametro di cui tener conto però ciò non esclude che la situazione non stia migliorando come si spera tanto che nelle ultime ore l’indice Rpt ha ripreso a crescere. Per alcuni esperti si tratta di fisiologiche oscillazioni del dato che è comunque in discesa ma attendiamo i prossimi giorni per avere una conferma: anche per questo motivo, come peraltro confermato dagli stessi Ricciardi e Crisanti, ospiti ieri sera a “Piazzapulita”, gli indicatori che danno con certezza… il polso dell’andamento dell’epidemia e che andrebbero monitorati sono quelli certi e concreti degli accessi in ospedale e del numero dei ricoverati in terapia intensiva, oltre ovviamente a quello dei decessi. Questo sia perché sono più affidabili rispetto ad Rpt sia perché ci danno la fotografia dell’effettiva tenuta, o meno delle strutture sanitarie.
INDICE RTP POCO INDICATIVO: “SI GUARDINO MORTI E ACCESSI IN OSPEDALE”
Quando si potrebbero cominciare a notare segni di miglioramento? Secondo alcuni -e ciò è frutto del contagio dei giorni scorsi- per ancora una settimana il numero dei ricoveri in intensiva e quello dei morti dovrebbe crescere prima di stabilizzarsi e iniziare una discesa: il momento esatto dell’inversione di tendenza non è stato stimato con precisione, ma ricordando la prima ondata in primavera e tenendo presente che la prima stretta del Governo è arrivata lo scorso 24 ottobre (e a ruota quella delle Regioni) si può auspicabilmente pensare che gli effetti tangibili si vedranno nell’arco di tre settimane. Tuttavia, come accennato prima, potrebbe trattarsi anche di un dato ingannevole e che nasconde una pericolosa tendenza sotterranea: secondo Giorgio Parisi, stimato fisico e presidente dell’Accademia dei Lincei, non va esclusa totalmente l’ipotesi che la diminuzione dei casi di positività sia in flessione perché il sistema di tracciamento è saltato e quindi non riesce più a scovare gli infetti che sarebbero molti di più di quelli accertati ufficialmente. Uno scenario certamente poco incoraggiante che suggerirebbe come il virus oramai circoli in tutte le Regioni e molto più che in primavera: insomma, un preludio al lockdown #2 che sarebbe inevitabile. Non resta che attendere almeno altri 7-10 giorni per una “fotografia” dei reparti di terapia intensiva e dei decessi per capire in quale dei due scenari ci troviamo…