L’Ucraina è sostanzialmente alla frutta”, così il generale Giorgio Cuzzelli fotografa la situazione, analizzando a Omnibus, su La7, gli scenari della guerra scatenata dalla Russia. “Continua questa guerra di attrito, di cui per il momento non si vede una fine a breve termine. Non è ipotizzabile una fine a breve termine, se non ipotizzando che gli ucraini dall’oggi al domani cessino di resistere. In buona sostanza, è diventato uno scontro di volontà contrapposte, come le guerre sono sempre state, ma in questo caso più del solito”, ha esordito il generale nel suo intervento. Se da un lato ci sono i russi che “con la logica dell’attrito e del rullo compressone cercano di acquisire più terreno possibile e di logorare le forze ucraine nel Donbass”, dall’altro ci sono invece gli ucraini che “resistono sperando che i materiali di armamento che arrivano dall’Occidente consentano loro di opporsi a questa offensiva”. Ma Cuzzelli nutre forti dubbi sul fatto che ciò possa accadere. “Questi materiali di armamento faranno la differenza nel medio-lungo termine, ammesso che la possano fare”.



Di fatto, l’Ucraina regge sulla ferma volontà di resistere. “Quanto riusciranno a resistere dipende essenzialmente dalla capacità dell’esercito di ricostituire reparti che vengono logorati dai russi”. Il generale Giorgio Cuzzelli ha spiegato a Omnibus che la decisione del G7 di continuare a sostenere a spada tratta l’Ucraina anche dal punto di vista militare, oltre che economico, è molto importante. Lo è anche la decisione della Natodi incrementare le forze di reazione e di procedere a un vero e proprio schieramento di forze multinazionali nei paesi confinanti della Federazione Russa, cosa che finora non era avvenuta”. Ora dovrebbero aumentare da 30mila a 300mila uomini. Questo vuol dire che “arriveremo a livelli da ‘guerra fredda’, questo dunque è un passo significativo. Bisogna vedere se alle buone intenzioni seguiranno i fatti”.



“UCRAINA ALLA FRUTTA, RUSSIA IN GESTIONE…”

Per quanto riguarda il missile che ha colpito il centro commerciale a Kremenchuk, il generale Giorgio Cuzzelli ritiene che “siamo in presenza di attività di interdizione in profondità. Lo sforzo di disturbare le attività logistiche e di sostegno”. Dubita che “il missile sia stato intenzionalmente lanciato verso il centro commerciale”. La sua ipotesi è che i russi abbiano sbagliato bersaglio, come spesso può accadere in guerra. “È pur vero che conducono palesemente attacchi di tipo terroristico per minare quella volontà di resistere della popolazione che sta facendo la differenza a fronte della sproporzione di mezzi. Il margine di vantaggio è, infatti, sulla disponibilità degli armamenti”, ha rimarcato l’esperto. Si arriva così alla fotografia nuda e cruda della situazione.



Dal punto di vista morale, materiale e militare l’Ucraina è sostanzialmente alla frutta, espressione bruttissima ma realistica. Stanno sostenendo uno sforzo impari, non hanno grandi risorse militari, era uno degli eserciti più sgangherati d’Europa, se non del mondo. Affrontano un avversario assolutamente spietato, che ha soprattutto grandissime risorse”. Per il generale Giorgio Cuzzelli la Russia, invece, è tutt’altro che alla frutta. “In guerra si va con due scorte, una per darle e una per prenderle. Nessuno sa più fare la guerra, quindi i russi hanno dovuto prendere le misure, queste si prendono con sacrifici spaventosi, e ne stanno venendo a capo. Putin sta bilanciando con grande cura le forze che sta impiegando, non sta usando tutto il potenziale di cui dispone la Russia”.

“SANZIONI PIÙ EFFICACI DELL’INVIO DELLE ARMI”

Infatti, per il generale Giorgio Cuzzelli non c’è una mobilitazione totale per la guerra, anche in Ucraina, oltre che in Russia. “Stanno mantenendo il Paese sul piede di pace, non lo hanno mobilitato sul piede di guerra. Lo stesso vale per l’Ucraina: se hai una guerra in corso non fai circolare i treni e tieni aperti i centri commerciali. C’è una mediazione tra la guerra classica e la narrazione. Si cerca di far sentire la guerra, ma non troppo, perché bisogna mantenere il consenso e soprattutto Putin ha questo problema”. Ma l’esperto guarda anche avanti, alla fine della guerra. “Dal punto di vista politico ed economico, è evidente che Putin prima o poi dovrà fermarsi, qui sta il successo dell’Occidente”.

Le sanzioni in tal senso sono più efficaci delle armi. “Trattandosi di un interlocutore razionale – è inutile illudersi che sia pazzo, non lo è per niente e la sua logica è lucida, anche se a noi può sembrare folle ma non lo è – dobbiamo portarlo al punto di capire che non può andare oltre perché i risultati che otterrebbe non compenserebbero i sacrifici che sta facendo”. Se l’invio delle armi ha “un effetto attrito”, le sanzioni e l’isolamento politico, invece, fanno più male per Giorgio Cuzzelli, “perché ciò a cui aspira è essere considerato un grande interlocutore internazionale. Su questo bisogna insistere, la questione militare è secondaria. Non ha fatto la guerra per conquistare l’Ucraina, ma in primis per dire al mondo che vicino a casa sua decide lui cosa succede e poi per essere considerato una grande potenza. Poteva essere la Moldavia o la Georgia, non è l’Ucraina il punto”.