Troppo spesso gli adolescenti non si rendono conto del circolo vizioso in cui il web li intrappola. Social e chat spesso non sono solo causa di dipendenza e isolamento, ma costituiscono anche una vera e propria fonte di pericolo. Sono sempre più i casi di cronaca che parlano di adolescenti vittime di cyberbullismo e vessazioni. Ma non solo. Negli ultimi anni si è anche diffusa la prassi di sfide online che portano i giovani a compiere azioni al limite della vita. Alcuni di loro le compiono convinti di ottenere la stima tra coetanei. Ma il ‘gioco’ finisce con l’assumere la piega sbagliata. A porre l’attenzione su questi ‘fenomeni’ è stato L’Avvenire, riportando due recenti casi di suicidi di adolescenti e rifacendosi al recente report di Save The Children.



Si tratta di un 13enne di Novi Ligure (Al) che, a seguito probabilmente di una sfida social, è spirato lunedì a Torino dopo quattro giorni di agonia, mentre un suo coetaneo di Palermo si è e tolto la vita sabato, vittima di cyberbullismo. Questi episodi, sommati a tutti gli altri che si sono verificati negli ultimi anni, costituiscono oggetto di studio, per sensibilizzare sulla problematica, capirne i motivi e mettere in guardia per il futuro.



CYBERBULLISMO: L’IMPORTANZA DEI CENTRI INFORMAZIONE E CONSULENZA (CIC) NELLE SCUOLE

Il recente rapporto di “Save the children” relativo all’infanzia a rischio in Italia nell’uso inconsapevole dei dispositivi digitali ha toccato anche il tema del cyberbullismo e ha indicato i dati di un fenomeno preoccupante secondo quanto emerso dall’indagine Hbsc (“Health Behaviour in Schoolaged Children” Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare), studio internazionale svolto nel 2022 dall’Istituto superiore di sanità (Iss) in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che analizza lo stato di salute degli adolescenti di 11,13 e 15 anni e il loro contesto scolastico e sociale. Da questi dati è emerso come gli adolescenti vittime di cyberbullismo in Italia rappresentino il 15%, con variazioni a seconda della regione. I numeri più alti sembrano registrarsi soprattutto nella Sicilia. Mentre il fenomeno del bullismo sembrerebbe essere maggiore nelle province autonome di Bolzano e Trento.



Tra i tentativi di dare risposta al disagio giovanile, e ai fenomeni di bullismo e cyberbullismo, figurano i Centri Informazione e Consulenza (CIC) nelle scuole. Giuseppe Pierro, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Sicilia ha così commentato l’inaugurazione di uno di questi spazi presso il Liceo Galilei di Palermo: “È importante che in ogni scuola esistano spazi di ascolto come questo”. “Un servizio, non uno spazio – ha sottolineato anche la preside Chiara Di Prima – che costituisce un qualificato supporto agli studenti nella gestione delle criticità relazionali e delle problematiche tipiche dell’età adolescenziale”. Alla luce di tutto ciò come emerso anche in modo chiaro al convegno della scorsa settimana svoltosi all’Istituto neurologico Mondino Irccs di Pavia per prevenire il suicidio degli adolescenti, non bisogna smettere di parlare e soprattutto di affrontare le sofferenze profonde dei giovani, soprattutto quando vissute in solitudine, cercando di cogliere ogni segnale di disagio.