I satelliti sono l’arma in più all’interno della cyberguerra. L’Occidente, come riportato da Le Figaro, ha fornito all’Ucraina “immagini satellitari commerciali” non meglio specificate nei documenti. È un indizio importante in merito al valore che esse possono avere nel conflitto con la Russia. Esse infatti forniscono un vantaggio non di poco conto. “Kiev, grazie ai mezzi americani, ha un’innegabile superiorità in termini di intelligence”, ha affermato un esperto militare.
I vantaggi concreti sono numerosi: Le immagini ottiche, ad esempio, consentono di monitorare le linee di difesa, mentre quelle radar consentono di stanare le costruzioni metalliche. I satelliti, inoltre, non possono essere distrutti con un missile. Un attacco infatti genererebbe detriti pericolosi anche per le apparecchiature del mittente. La guerra elettronica (il disturbo delle onde radio) e la guerra informatica (l’infiltrazione nelle reti) offrono opzioni più interessanti e reversibili. L’hacking di un satellite o del suo sistema può consentire di spiare i dati, modificarli e prenderne il controllo.
Cyberguerra, satelliti sono l’arma in più: il motivo
Le occasioni in cui i satelliti e in generale le apparecchiature informatiche sono state utilizzate come attacchi di una cyberguerra nella storia recente sono numerose. Lo stesso conflitto in Ucraina è iniziato con l’hacking dei terminali della rete ViaSat utilizzati per le comunicazioni militari da Kiev. Dopo che il miliardario Elon Musk ha offerto i servizi del suo sistema Starlink a Zelensky, quest’ultimo è diventato un obiettivo “legittimo” per le forze russe. Finora, però, i colpi non hanno dato risultati.
I pericoli però sono sempre più numerosi. Iran, Corea del Nord, Russia o Cina sono noti per le loro capacità di attacco informatico. I documenti della CIA rivelano che Pechino è particolarmente impegnata in questo settore. “Le reti devono essere rafforzate per resistere alle operazioni informatiche ostili”, ha affermato nei mesi scorsi il generale americano Chance Saltzman.