IL PREMIO RATZINGER 2024 AD UN TEOLOGO E UNO SCULTORE: IL DISCORSO DEL CARD. PAROLIN SULLA CENTRALITÀ DI BENEDETTO XVI

È andato ad un teologo e uno scultore il Premio Ratzinger 2024, l’evento che ogni anno dal 2011 celebra personaggi che si sono distinti nel mondo dell’arte, della cultura e della religiosità. Cyril O’Regan e Etsuro Sotoo, sono loro i vincitori del Premio Ratzinger 2024, il professore teologo irlandese della Notre Dame University e lo sculture giapponese continuatore dell’opera di Gaudi presso la Sagrada Familia di Barcellona.



Dopo la Santa Messa in Vaticano con il nunzio apostolico nei Paesi Baltici, nonché segretario particolare Benedetto XVI Mons. Georg Ganswein, si è tenuta venerdì 22 novembre 2024 la cerimonia di premiazione della Fonazione Vaticana Joseph Ratzinger alla presenza del suo presidente, Padre Federico Lombardi, dei vincitori del Premio 2024 e del Segretario di Stato Vaticano, Card. Pietro Parolin. «Papa Benedetto XVI è un maestro per questi tempi oscuri», spiega il cardinale nel suo discorso, evidenziando le forti consonanze nelle opere di O’Regan e Sotoo con la teologia e la testimonianza cristiana del Papa Emerito scomparso a fine 2022.



«Benedetto XVI ci aiuta ad alzare lo sguardo», dice ancora Parolin nel discorso di apertura, «ritrovare fondamenti solidi per continuare a guardare avanti, verso l’unità, la verità, la bellezza, l’amore». La fede comunicata da Ratzinger è uno squarcio nella “monotonia” della cultura contemporanea, porta appresso tutta la speranza contro l’imperversare di male e odio che opprime ancora la nostra epoca. Con Sotoo e O’Regan vi è una fortissima consonanza per quanto riguarda il pensiero, la sensibilità e la testimonianza cristiana e umana dell’ex Cardinale Ratzinger. Come spiega ancora il Segretario di Stato Vaticano, proprio Benedetto XVI ha voluto far risplendere «la verità in tutte le sue forme, con l’intelligenza, la ricerca e l’insegnamento, con la genialità e la fatica dell’espressione artistica». I due vincitori del Premio Ratzinger hanno seguito idealmente l’insegnamento del maestro bavarese, ovvero la continua ricerca della verità a partire dal rapporto con Dio ma sempre utilizzando la ragione umana come metodo di conoscenza.



CHI È IL TEOLOGO CYRIL O’REGAN, VINCITORE PREMIO RATZINGER 2024

Del teologo irlandese Cyril O’Regan, già professore alla Notre Dame University e più volte creatore di scritti dedicati a Joseph Ratzinger, Parolin ricorda la profonda umiltà del servizio teologico, sempre centrata su Dio, proprio come il Papa Emerito sapeva incarnare nella sua costante ricerca della grandezza della Verità nell’umiltà della fragilità umana. Dagli studi di Hegel fino all’insegnamento del pensiero di Benedetto XVI, O’Regan vince il Premio Ratzinger e ringrazia prima di tutto la Fondazione omonima nella sua costante produzione di opere in memoria reale e viva del magistero del Pontefice emerito.

La gratitudine, l’umiltà, il riconoscimento e ancora lo stupore davanti alla fede: di tutto questo Ratzinger tratta nella sua opera teologica e su questi cardini si svolge il discorso alla premiazione e l’insegnamento ancora oggi del teologo originario dell’Irlanda. «Ciò che anima la critica delle forme di pensiero moderne e postmoderne, che solo superficialmente si possono accostare al cattolicesimo, è infine la profonda esperienza di essere già stati colti da un Grazie che è Cristo, pronunciato nella Chiesa e reso vivo nello Spirito», sottoscrive O’Regan rileggendo a ritroso la grande cultura religiosa e filosofica di colui al quale è dedicato il Premio 2024 appena vinto dal teologo irlandese. Qui il discorso integrale di Cyril O’Regan

DAL TEOLOGO ALLO SCULTURE ETSURO SOTOO: LE FORZA DELLE “PIETRE” PER LA VERITÀ

Dalle parole di vita e di fede di O’Regan fino alle “pietre”, vive e comunicanti dell’altro vincitore del Premio Ratzinger 2024: originario di Kyoto, Etsurō Sotoo viene folgorato nella sua giovane produzione scultorea dalla vista della Sagrada Familia di Barcellona a fine anni Settanta. Da qui la volontà di continuare l’opera del maestro catalano Antoni Gaudí ed è proprio in quell’incontro così particolare che nasce la conversione del cuore, il battesimo e l’effettivo incarico di continuare la costruzione della grande Cattedrale nel centro di Barcellona.

Sotoo ha conosciuto direttamente Benedetto XVI nel 2010 durante la visita e la consacrazione della Basilica cattolica, ricevendo i complimenti dello stesso Ratzinger per essere riuscito a continuare con il suo stilo autonomo e poliedrico un altro geniale scultore come Gaudi. È un discorso carico di affetto e ringraziamento quello del vincitore giapponese del Premio Ratzinger 2024, partendo proprio dalle parole di affetto ricevute da Benedetto XVI nel suo ultimo viaggio a Barcellona. «Ho sentito in quel momento, come lo sento oggi, che lavorare alla Sagrada Familia non è solo un progetto architettonico o artistico, ma una chiamata, uno scopo divino», racconta Sotoo durante la premiazione in Vaticano., Lavorare la pietra per uno scultore è tutto, riprendendo l’insegmaneto dello stesso Gaudi quando ripeteva che la bellezza è «lo splendore della verità»: l’impulso di “toccare” il divino creando un’opera maestosa e al contempo umanissima come la Sagrada è qualcosa che ha cambiato per sempre la vita di Sotoo. Con la pietra che comunica Cristo intere generazioni sono state e rimarranno folgorate, proprio come lui alla vista per la prima volta dell’opera gaudiana: e così vincendo il Premio Ratzinger, lo scultore giapponese si sente abbracciato da quell’uomo che seppe cogliere nel profondo il lavoro e l’arte della scultura religiosa. «Per aiutare gli esseri umani imperfetti e le loro parole instabili, Gaudí ha utilizzato tanti nuovi simbolismi per trasmettere direttamente al mondo, soprattutto ai giovani, il significato della Bibbia, che va oltre le parole, oltre il linguaggio. Secondo la parola del Papa Benedetto: ”Non con parole, ma con pietre”», conclude lo scultore. Qui il discorso integrale di Etsurō Sotoo