Confesso che quando un gruppo di studenti di alcuni gruppi della sinistra, e altri (non gli studenti, come ormai si usa dire usando una sineddoche impropria), sono stati affrontati dalla polizia, e menati, anch’io ci sono rimasto male. D’altra parte se è vero che alcuni avessero espresso l’intenzione di prendere d’assalto il consolato americano, mi sembra evidente che la polizia doveva impedirglielo, anche usando la forza. A meno di ripetere la figuraccia in occasione dell’assalto alla sede della CGIL a Roma. In nessun Paese civile, democratico e antifascista, si può permettere che qualcuno minacci l’incolumità di una sede diplomatica.
Dopo di che, davanti al protrarsi della tragedia che sta avvenendo a Gaza, come anche in Ucraina, mi domando come mai, a parte una partecipazione, a volte scarsa, di giovani ai momenti di preghiera organizzati per chiedere la pace, non mi risultino manifestazioni del mondo giovanile cattolico sulle questioni di cui sopra. Va bene i dibattiti, i documenti, eccetera, ma qualche pressione pubblica anche sul mondo politico?
Forse il problema è che oggi lo stesso mondo cattolico è così diviso, e non solo nel campo politico, che non vuole rischiare di compromettersi con l’uno o con l’altro. Ad esempio, una raccolta di firme proposta dai vari movimenti giovanili cattolici una volta tanto uniti non solo quando sono convocati dall’autorità ecclesiastica, aperta a tutti gli altri giovani, con la richiesta di sostenere l’esistenza dei due Stati in Palestina e di un immediato cessate il fuoco in Ucraina, perché non sarebbe possibile?
Così anche il nostro mondo politico potrebbe essere stimolato a confrontarsi con una proposta seria, largamente condivisa dal popolo. E così stimolato potrebbe agire più efficacemente e in modo più libero dagli schieramenti ideologici, per il bene di tante persone che continuano a soffrire e a morire ogni giorno. Coraggio, chi comincia a prendere l’iniziativa?
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