Ebbene sì, devo ammetterlo. La proposta di due Stati distinti, tra israeliani e palestinesi, oggi, per quanto difficile da realizzare, probabilmente è l’unica soluzione possibile per la fine di un conflitto che dura da troppo tempo. Costruiamo una specie di nuovo, lungo, muro di Berlino che divida gli uni dagli altri. Rileggendo però l’autobiografia di Malcom X (consiglio in particolare il capitolo XIV, I Black Muslims) sono stato preso dall’amarezza di chi si immaginava ancora che nel mondo fosse possibile una convivenza tra diversi, addirittura tra diversi che sono, o sono stati, nemici.
In fondo in Italia, nonostante tutto, dopo la Seconda guerra mondiale, quello che nella Terra Santa sembra impossibile è stato possibile. Certo nella Terra Santa la divisione non è solo politica: è innanzitutto religiosa, culturale, probabilmente, dice qualcuno, anche razziale. E così resterebbe codificato, nella soluzione dei due Stati, una specie di nuovo apartheid con la benedizione di tutti i benpensanti. Per carità, l’ho già detto anche all’inizio, non si vede per ora una soluzione alternativa. A meno che si accetti la decisione radicale degli estremisti delle due parti che prevederebbero l’eliminazione dell’altra parte. Una specie di “soluzione finale” che a volte viene invocata in certi cortei.
Personalmente, a costo di essere accostato agli anarchici, credo nello Stato nel senso dello stato di diritto. Quello che piuttosto si basa sui confini che oggi, e ieri, suscitano guerre per il loro allargamento, non mi ha mai convinto del tutto. Anche per quanto riguarda la guerra in Ucraina dubito molto che gli abitanti delle zone contese desidererebbero dividere territori su cui da secoli vivevano insieme, e per tanto tempo anche pacificamente.
Lo so che qualcuno dirà, giustamente, che a forza di vivere nella steppa sono diventato un ammiratore acritico di quelle tradizioni. D’altra parte, per quelle genti, i fiumi non erano confini, ma luoghi dove ci si incontrava e ci si scambiavano informazioni, e si stabilivano, a volte, anche nuove parentele. Certo il peccato originale, con buona pace di Malcom X, non è un’esclusiva dell’uomo bianco, occidentale. E così anche da quelle parti ci si scontrava in conflitti tremendi che potevano terminare con l’eliminazione totale, o quasi, del nemico.
Però mi viene in mente anche la particolare situazione di Samarcanda (quella vera, non quella della canzone) dove turchi e persiani, tagiki e uzbeki vivevano insieme, ciascuno con proprie autorità, con in più una specie di tribunale che regolava i conflitti tra le etnie. Oltre a questo assicurava l’assistenza sanitaria e altri servizi che costituivano il bene comune della città. Utopia, utopia, per quanto antica tu sia, quanto ci manchi, a noi a cui servirebbero nuove idee e soluzioni.
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