Sempre più complicata la situazione in Ucraina, situazione che sta sfuggendo di mano a tutti i paesi coinvolti. Si sta aprendo, infatti, un nuovo fronte, con attacchi ed esplosioni in Transnistria, repubblica separatista filo-russa della Moldavia, dove si trova da tempo un contingente di interposizione russo. Questo mentre la Nato rischia di essere seriamente coinvolta nel conflitto, dopo le parole del premier inglese Boris Johnson che ha detto che “Kiev ha diritto di colpire il suolo russo con le nostre armi”, al che il Cremlino ha risposto che a quel punto anche i russi sono legittimati a colpire i paesi Nato.



In questo quadro, ci ha detto Maria Savchukgiornalista della tv di Stato ucraina, la situazione a Kiev sta comunque tornando alla normalità: “Molta gente rientra in città dopo essere scappata, alcune attività riprendono, è abbastanza tranquillo”. Ma la preoccupazione è che la guerra possa durare ancora a lungo: “Si sta cercando di avviare la semina del grano, ma sicuramente quest’anno l’Ucraina, che è considerata il granaio del mondo, difficilmente ne potrà esportare per venire incontro ai bisogni nazionali. Questo avrà un forte impatto a livello mondiale”.



Come è la situazione a Kiev?

La situazione è tranquilla, sembra che la vita stia riprendendo. Molta gente sta tornando nelle abitazioni che aveva lasciato, anche gli uffici riaprono. Durante la Pasqua c’è stato però il coprifuoco, le chiese sono rimaste chiuse per paura che i russi le bombardassero. 

Sembra si stia aprendo un nuovo fronte in Transnistria, dove si parla di esplosioni e attacchi non identificati. Pensi che la Russia voglia una nuova escalation del conflitto?

È molto probabile. Questa repubblica, dichiaratasi indipendente, è un problema aperto da trent’anni, dal crollo dell’Unione Sovietica e sono presenti truppe russe al suo interno. La Moldavia, da cui la Transnistria si è staccata, come l’Ucraina è un paese europeista, vorrebbe aderire all’Unione europea, anche se il presidente si muove con grande cautela per non dare a Mosca una scusa per intervenire militarmente. Qualche anno fa si tenne anche un referendum sulla possibile unione con la Romania, ma la maggioranza ha detto di no. E non è detto che oggi l’opinione sia cambiata. Certo, visto che il piano di Putin è riprendere il controllo di tutti quei paesi che facevano parte dell’Unione Sovietica, si corre il rischio di una nuova guerra.



E di fomentare ancora di più il caos a livello internazionale?

Può disturbare i mercati europei, arrecare un danno economico maggiore, anche perché in Russia cominciano a sentire l’effetto delle sanzioni e Putin risponde con il tentativo di destabilizzare l’Europa.

Ci sono già file di profughi dalla Transnistria verso la Moldavia?

Certo, la gente ha visto il massacro che i russi stanno facendo in Ucraina e giustamente ha paura che una cosa del genere possa succedere anche a loro.

Il premier inglese Boris Johnson ha detto che l’Ucraina è legittimata a colpire il territorio russo con le armi inglesi. Questa affermazione potrebbe provocare una reazione che porti la Russia a colpire i paesi Nato. Non pensi che si stia alzando troppo il livello di pericolo mondiale? Andrebbe fatto un passo indietro da parte dell’Occidente?

Non so se Putin è pronto a colpire i paesi Nato, è molto imprevedibile. Ci sono voci di contrasto nel circolo dei suoi fedelissimi, è difficile capire che tattica potrebbe scegliere.

Ma del fatto che la Nato continui a mandare armi al tuo paese cosa pensi?

Finora le armi che ci mandavano erano armi difensive, è stato giusto, perché era il modo per aiutarci a resistere. Le nostre risorse militari non sono come quelle russe e in un conflitto del genere qualsiasi aiuto è utile. Putin è un ex agente del Kgb, è cresciuto con l’idea che la Nato è il nemico. Potrà tentare qualche azione minacciosa contro la Nato per aumentare la tensione e trovare la pretesa per attaccare. La tattica del Cremlino è questa, accusare gli altri di cose che non stanno facendo, anche le accuse che l’Ucraina stesse mettendo armi puntate verso la Russia è completamente falsa, si tratta di accuse senza alcun fondamento.

Però da qualche tempo si verificano attacchi ucraini in territorio russo. Non è più una guerra difensiva?

Per indebolire l’esercito russo bisogna colpire obbiettivi come i depositi di carburante. Noi non attacchiamo le città come fa l’esercito russo, che sta distruggendo le città e uccidendo civili.

I russi sono molto abili con la propaganda…

Purtroppo sì, la macchina della propaganda russa si inventa cose false. Tutto il mondo ha visto cosa succede a Mariupol, ma loro accusano l’esercito ucraino della sua distruzione. Anche la scusa di intervenire per proteggere la minoranza russa oppressa dall’Ucraina è falsa. Io vivo a Kiev e ho sempre parlato russo, nessuno me lo ha mai impedito.

Con la guerra in corso sarà difficile garantire la produzione abituale di grano. I russi bombardano depositi di cibo e di carburante, mentre lo stesso governo ucraino ha detto che la guerra potrebbe durare un anno. Quanto potrà reggere la popolazione?

Questa è una domanda a cui è davvero difficile rispondere. La semina è cominciata nella zona centrale del paese, ma non si sa quanto grano si riuscirà a far crescere e a raccogliere. È un rischio per l’Ucraina, ma anche per molte nazioni che dipendono proprio dal nostro grano. Sicuramente quest’anno ne sarà esportato di meno, vista le necessità interne, e questo avrà un impatto negativo per molti paesi. Infatti tanti già si stanno organizzando per avere adesso grano e semi di girasole.

(Paolo Vites)

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