Russia, un paese in ginocchio a causa delle sanzioni occidentali. Ma è davvero così? A giudicare dalle immagini che provengono da Mosca non si direbbe, la vita sembra scorrere tranquilla e soprattutto non si vedono quelle immagini inquietanti dell’era sovietica, quando i negozi di alimentari avevano gli scaffali vuoti e si formavano lunghe code per comprare un pezzo di pane. Sappiamo che le sanzioni dell’Occidente hanno colpito, ma non si sa fin quanto profondamente, i grandi oligarchi amici di Putin, cosa che assomiglia più a una sorta di vendetta che a un autentico danno economico.
Per capire esattamente cosa sta succedendo in Russia dall’inizio delle ostilità con l’Ucraina abbiamo parlato con una nostra fonte, che ovviamente per ragioni di sicurezza nei confronti della sua famiglia ci ha chiesto l’anonimato. La sua ex moglie è russa e vive a Mosca con i loro due figli. “Essenzialmente, dall’inizio della guerra non è cambiato nulla, supermercati e negozi di alimentari sono sempre ben riforniti. Qualche problema c’è per chi ha un’auto straniera, i cui pezzi di ricambio non si trovano più, ma molte aziende, anche italiane, hanno ripreso a commerciare tranquillamente con la Russia, grazie al sistema delle triangolazioni. Inoltre ci sono aziende occidentali ancora aperte a Mosca”.
Quando sei stato l’ultima volta a Mosca dalla tua famiglia?
Ad agosto. Pensavo di tornare adesso, a ottobre, ma sono molto preoccupato per come si sta mettendo la situazione alle frontiere.
Infatti si parla di chiusura per evitare la fuga di quanti possono essere arruolati. L’ambasciata americana ha consigliato ai suoi cittadini in Russia di andare via immediatamente perché rischiano di rimanere bloccati là.
Esatto. Prima dello scoppio della guerra, a fine gennaio, mi stavo attivando per fare il doppio passaporto, adesso mi dico: meno male che non l’ho fatto.
Cosa cambia con il doppio passaporto rispetto al visto?
Tutte le volte che vado devo avere un visto che si rinnova ogni tre anni e che ha anche un costo piuttosto elevato, ma con quello posso andare e tornare tutte le volte che voglio, volendo anche una volta alla settimana. L’unica seccatura è che ogni sei mesi non puoi fermarti in Russia per più di tre mesi. Il passaporto russo evita tutte queste complicazioni, mi sarebbe servito solo per non dover mai più fare il visto e come cittadino russo per poter andare sempre e fermarmi quanto avrei voluto. Ma adesso ringrazio il cielo di non avere preso la doppia cittadinanza con il rischio della mobilitazione militare.
Il problema del cambio invece attualmente come è? Per uno che deve contribuire economicamente a due figli si rivela essere problematico?
Da quasi subito, dalla prima metà di marzo, hanno sospeso tutte le carte di credito Visa, MasterCard e i bancomat esteri, per cui con il bancomat della mia banca italiana non posso prelevare più soldi o pagare con la mia carta di credito. Si può usare solo una carta di credito del circuito russo MIR, un circuito di pagamento fondato e gestito dalla Banca centrale della Federazione Russa. Ma il cambio da euro in rubli funziona, e cambiano anche i dollari. Te li cambiano, ma sembra ti facciano un favore: se hai per esempio una banconota anche leggermente rovinata non te la accettano. Fino a gennaio un euro valeva 80 rubli, adesso vale circa 55 rubli. Con i soldi che mando i miei figli ci perdono.
Abbiamo assistito alla chiusura delle grandi catene occidentali, come McDonald’s o Starbuck, e delle grandi firme della moda. Ma i supermercati e i negozi di alimentari in che condizioni si trovano?
Sono assolutamente forniti. Chiaramente a marzo avevano ancora in magazzino prodotti europei, poi sono finite le scorte. Quando vado a Mosca, porto sempre alla mia famiglia parmigiano e olio, cose che là non trovano più.
Ma si fa la fame?
Assolutamente no. I prezzi sono aumentati, ma lo sono anche da noi in Italia. Mosca poi è sempre stata una città cara. I miei suoceri vivono a 50 chilometri da Mosca e lì la vita non è cara, i prezzi sono molto più bassi. Per quanto riguarda le aziende europee, alcune sono ancora aperte e altre no, non si capisce sinceramente in base a quale logica.
Ad esempio?
Parlando di aziende francesi, Decathlon ha chiuso, ma Leroy Merlin, il più grande gruppo francese di giardinaggio, è ancora aperto. Ikea invece, che in Russia era fortissima, ha chiuso i negozi e messo in cassa integrazione i dipendenti, ma continua a pagare gli affitti dei locali che a Mosca sono carissimi, perché se avessero rinunciato ai contratti di affitto poi non li riavrebbero più avuti.
Questo ci dice che le aziende europee sperano che si possa tornare presto a riaprire, a lavorare, e che il mercato russo viene tenuto, per così dire, in caldo, perché non si vuole perderlo?
Sì. Difficoltà ci sono per i pezzi di ricambio delle automobili. Mio cognato, che ha una macchina tedesca, adesso ha dovuto fare il tagliando e doveva cambiare i filtri, ma non li ha trovati.
Non si può dunque parlare di una Russia in ginocchio, come si racconta qui da noi?
Ho sentito parlare economisti italiani che stimano un calo del Pil russo di almeno il 10% entro la fine dell’anno, non so su che dati possano basarsi, perché la Russia non dà alcun dato economico.
In realtà, in un mondo globalizzato, tutti vengono colpiti, sia chi subisce le sanzioni, sia chi le impone.
Le aziende però si sono fatte furbe. Conosco il proprietario di una cantina di vino che ha molti clienti in Russia. All’inizio incontrava molte difficoltà a esportare, adesso si è organizzato con le triangolazioni attraverso paesi che hanno ancora rapporti commerciali con la Russia e i suoi commerci sono ripresi tranquillamente. Lo stesso fanno i russi. Comprano automobili all’estero, le fanno arrivare in Kazakistan e poi le portano a casa senza problemi.
Hai notato un cambiamento dei russi nei confronti degli italiani? In fondo, per loro noi oggi siamo un paese nemico…
No assolutamente, nessun cambiamento. Quando arrivi alla dogana è tutto come prima, salvo che è uno dei pochi Paesi che ancora richiede il tampone all’ingresso. Ma in giro per Mosca la vita è come prima, non ti accorgi di grosse differenze.
Frequenti la Russia da anni. Cosa dicono le persone che conosci di un uomo come Putin?
Per quello che ho visto io il consenso a Putin è molto alto e reale. Magari fanno qualche aggiustamento sui dati elettorali. Ho litigato con gente che mi definisce filo-putiniano, ma è un dato di fatto che Putin ha risollevato economicamente la Russia dalla crisi devastante che c’era prima che salisse al potere. Ha dato impulso a un Paese che era a pezzi, riportandolo in primo piano anche a livello internazionale. Sono dati di fatto e la gente glielo riconosce. Poi ricordiamoci che i russi sono molto patriottici, nazionalisti. Adesso la mobilitazione parziale ha portato a una svolta, e sicuramente Putin sta perdendo parte dell’appoggio di cui ha sempre goduto.
Sono fuggite centinaia di migliaia di persone. In che categoria devi rientrare per essere chiamato alle armi?
Non c’è una categoria precisa. Mio cognato, grazie a delle conoscenze, ha evitato di fare il servizio militare, però non ha mai ricevuto il congedo definitivo dall’esercito. Gli ho detto di venire a casa mia in Italia, però adesso non danno più i visti.
Sta cambiando la percezione che la gente aveva di questa guerra?
Sicuramente fino a un paio di settimane fa passava il concetto che fosse una operazione speciale, ma la durata e adesso la mobilitazione stanno cambiando le carte in tavola. Quello che faccio fatica a capire è come mai l’esercito russo non abbia vinto subito questa guerra. L’esercito ucraino, al netto dell’invio delle armi, è un esercito inferiore.
La motivazione con cui combattono russi e ucraini è però diversa, non credi?
È vero. C’è chi dice che storicamente l’esercito russo è forte quando si difende, come durante la Seconda guerra mondiale, ma non nelle guerre offensive. Basti pensare a quel che è successo in Afghanistan.
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