Questa sera “La Grande Storia”, il programma culturale di approfondimento condotto da Paolo Mieli su Rai 3 (ore 21.20) dedicherà la puntata interamente dedicata alla Regina Elisabetta II e alla monarchia britannica. Prendendo a spunto la recente emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus che ha colpito in maniera acuta il Regno Unito (anche il premier Boris Johnson aveva contratto la patologia, mentre la sovrana aveva rivolto in diretta sulla BBC un appello carico di pathos ai sudditi il 5 aprile, infondendo loro coraggio e speranza come se si fosse in tempo di guerra), il giornalista e storico ripercorre infatti la storia “delle” varie Royal Families a partire dalla fine del XIX secolo e dunque dalla oramai quasi mitologica Regina Vittoria con una serie di reperti esclusivi o d’eccezione: una vicenda lunga più di un secolo e che ha portato il Paese dai fasti del cosiddetto Impero britannico coloniale ai giorni nostri con una Famiglia Reale più umanizzata e meno ‘distante’, percorsa da tensioni e fresca dell’addio del principe Harry e consorte, per uno smacco che la oramai 94enne Regina Vittoria non ha certo gradito.



ELISABETTA II E LA MONARCHIA INGLESE A “LA GRANDE STORIA”

E in attesa dell’appuntamento di stasera con quell’affabulatore di razza e attento analista dei fatti storici che è Paolo Mieli, editorialista del Corriera della Sera, ripercorriamo qui anche noi, seppur brevemente, le vicende della monarchia britannica attraverso i volti e le ‘imprese’ di alcuni suoi esponenti a partire ovviamente da quella figura tanto austera quanto quasi inarrivabile che era la Regina Vittoria che regnò proprio nel momento in cui l’Impero era al suo massimo livello di espansione e che, bontà sua, vissuta fino al 1901 portando la corona per circa 63 anni ebbe almeno la fortuna di non assistere poi al suo graduale declino e alla perdita, una dopo l’altra, delle varie colonie: il lunghissimo periodo che caratterizzò il suo regno, la cosiddetta Età Vittoriana, è il secondo per durata nella storia monarchica (superata proprio dalla pronipote Elisabetta) e che ancora oggi è ricordato per l’intenso sviluppo economico, industriale e sociale, senza dimenticare che Vittoria su la prima regina “moderna” e con meno presa sulle vicende politiche britanniche. Molto più breve fu il regno del suo successore, il figlio Edoardo VII (1901-1910, fu stroncato da una bronchite a 69 anni) che dovette gestire la difficile fase di transizione e per la sue qualità di mediatore internazionale venne ricordato dai suoi fedeli sudditi come “The Peacemaker”.



I FASTI DI VITTORIA, “L’AFFAIRE WALLIS’ DI EDOARDO VIII E POI…

Il regno del successore, Giorgio V (nonno dell’attuale regina), durò dal 1910 al 1936, ma è diviso in due periodi a causa della ‘cesura’ del 1922: infatti, proprio sotto George Frederick Ernest Albert, lo Stato Libero d’Irlanda -l’attuale Repubblica d’Irlanda- salutò il Regno Unito in quell’anno e il monarca inoltre si trovò a gestire anche il complesso dopoguerra nel Paese. A lui succedette Edward Albert Christian George Andrew Patrick David Windsor ossia Edoardo VIII (1936) che regnò un solo anno per poi abdicare a favore del fratello, Giorgio VI: come si ricorda Edoardo, oltre che insofferente ai rituali di corte, creò il finimondo scegliendo di sposare Wallis Simpson, una donna americana divorziata, cosa inaccettabile allora perché sarebbe diventata regina. Così il suo regno di nemmeno un anno finì e, dopo essere diventato duca di Windsor, nella Seconda Guerra Mondiale fu accusato di essere un simpatizzante dei Nazisti e fini la sua vita in esilio come Governatore delle Bahamas (1972).



Più lungo fu il regno di Giorgio (1936-1952), padre dell’attuale sovrana e che si spense anzitempo a 57 anni, frustrato da una salute cagionevole, dall’esperienza traumatica del Secondo Conflitto Mondiale e infine stroncato da un tumore ai polmoni: fu lui uno dei punti di riferimento dei sudditi nella “darkest hour” e mentre Adolf Hitler sembrava aver messo le mani su tutta l’Europa e facendosi amare anche per non aver mai scelto di fuggire. Fu anche lui nel dopoguerra a guidare la ripresa economica, prima di lasciare lo scettro all’inscalfibile e amata “highlander” Elisabetta II, incoronata a Westminster il 2 giugno 1953. E lunga, anzi lunghssima è il caso di dire, vita alla Regina…