La grande scrittrice Dacia Maraini è stata ospite in collegamento con il programma mattiniero di Rai Uno, Dedicato. Tanti gli argomenti trattati dalla scrittrice di Fiesole, a cominciare dalla scomparsa, avvenuta ieri, dello scrittore Antonio Pennacchi: “L’ho conosciuto una volta, non bene, lo considero un grande scrittore, mi dispiace molto se ne sia andato prematuramente, era un uomo che usciva dalle tradizione di questa divisione di destra e sinistra, cercava di capire, lui è vissuto in una zona molto legata al fascismo, tutta quella zona è stata ricostruita attraversa il fascismo, è piena di veneti, sardi e hanno ripopolato quelle zone desolate, ha saputo raccontare questa zona bellissima in cui si sono trovati assieme persone di origini diversissima, che portavano le loro tradizione, abitudine e mentalità, e l’ha saputo fare molto bene, penso che di lui rimarranno i libri e quindi noi rimarremo accanto a lui”.
Gigi Marzullo, approfittando dell’argomento, chiedendo quindi alla signora Dacia Maraini come mai si muore: “Bellissima la domanda – replica la scrittrice – è quella che potrebbe fare un bimbo di tre anni ma hai ragione, è un’ingiustizia, anche perchè non abbiamo certezza su ciò che ci aspetta dopo, c’è chi crede vi sia un luogo bellissimo, un giardino dove si passeggia, e chi invece crede che tutto finisca, si entra in una specie di vortice dove non c’è più l’identità della persona, io non lo so, ma perchè si muore? La natura è così, non possiamo uscirne. Non abbiamo nessuna sicurezza, abbiamo la fede, chi crede che dopo la morte ci sia un luogo bellissimo, un paradiso, ma andrebbe bene anche un purgatorio, dove si ritrovano le persone care morte prima di noi, sarebbe bellissimo ma è una spiegazione umana, mentre l’universo non è umano, è molto più complesso, di cui non conosciamo l’origine”.
DACIA MARAINI: “ECCO COME NASCONO I MIEI PERSONAGGI”
Quindi Dacia Maraini ha svelato come nascono i suoi personaggi: “Vengono a bussare alla mia porta, io apro, offro un caffé, mi raccontano una storia e poi se ne vanno. Quando dopo avermi raccontato mi chiedono anche una cena e un letto per dormire, allora vuole dire che si sono accampati nella mia immaginazione e devo scrivere qualcosa, quando si imputano non c’è niente da fare, bisogna solo scrivere. Io ho un rapporto molto complesso e a volte conflittuale con i personaggi, l’autore deve essere intelligente e capire che i personaggi la sanno più lunga, non sono marionette ma persone, vanno ascoltati”. Dacia Maraini ha svelato di essere stata molto timida in passato: “Mi ha aiutato più il teatro che la scrittura, la scrittura ti isola. Il teatro ti abitua invece a stare con gli altri, alla fine dello spettacolo gli attori mi prendevano per le braccia e mi portavano davanti al pubblico per fare il dibattito, io ero costretta e morivo dalla preoccupazione e dalla vergogna però ho imparato così, col teatro. Il teatro ti fa stare con gli altri sul lavoro dove devi interpretare una parte, ma ho imparato con una certa disinvoltura a farlo dopo tanti anni, sotto sotto c’è sempre una bimba terrorizzata che in qualche modo si nasconde”.
DACIA MARAINI: “LA SCUOLA CI SALVERA’”
La scrittrice toscana ha scritto un libro dal titolo ‘La scuola ci salverà’: “Si deve salvarci, la scuola è il nostro respiro, la nostra anima, il futuro, dobbiamo investire di più non solo economicamente, investire in rispetto, considerazione, il prestigio, in sacralità, la scuola deve tornare ad essere sacra, e questo vuol dire un investimento simbolico ed emozionale, deve essere quello che ci guida verso il futuro”. Sul ruolo delle donne nel mondo della scrittura: “Le donne riescono ad avere un posto importante sul mercato, il problema è quando si passa dal mercato ai luoghi dove si stabiliscono i valori e i modelli per le prossime generazioni, quando si parla di letteratura in senso ampio, lì ci sono ancora discriminazioni, le donne sono una minoranza assoluta. I modelli sono importantissimi perchè i giovani che entrano in una professione hanno bisogno di modelli, abbiamo avuto tanti modelli maschili straordinari, ma ci vogliono anche le madri, nel mondo letterario abbiamo un modo costruito sul prestigio e l’importanza dei padri, mancano i modelli materni che devono stare accanto”.