La grande scrittrice italiana Dacia Maraini è stata ospite stamane negli studi del programma di Rai Uno, Uno Mattina in Famiglia, per parlare anche del suo ultimo libro “E tu chi eri?”, in cui narra della vita di grandi personaggi del ‘900: “Una cosa che avevano in comune – svela in diretta tv – era la povertà, Guttuso racconta che non aveva i soldi per comprare il cappotto, Moravia e Russollini hanno avuto la tubercolosi ossea, Maria Ortese andava con gli zoccoli perchè non aveva soldi per le scarpe, la Callas andò sul palcoscenico a 14 anni perchè doveva guadagnare i soldi. Era il periodo del dopoguerra e avevano vissuto la fame, la povertà e il bisogno di guadagnare qualcosa. Tutti inoltre nascono in famiglie cattoliche ed entrando nel mondo della conoscenza diventano laici, questo è quello che ho trovato in comune”.



Dacia Maraini ha parlato poi della sua infanzia: “Io ero una bambina terrorizzata, a sei anni sono entrata in un campo di concentramento, quindi ogni giorno e ogni sera mi stupivo di essere viva, ho imparato tante cose, che bisogna resistere, che bisogna trovare sempre in occasioni terribili un modo di uscirne, si impara ad arrangiarsi”.

DACIA MARAINI: “BISOGNA AVERE FIDUCIA NEL FUTURO”

“Il segreto per resistere – ha continuato Dacia Maraini – è quello di avere fiducia nel futuro, io vedevo davanti a me la fame, la guerra, le bombe ma mi dicevo che ce la dovevo fare”.

Sul suo viaggio più importante
Dacia Maraini ha spiegato: “Il mio viaggio più importante? Il primo, quello in Giappone. sono salita su una nave con mio padre che faceva l’antropologo per andare in Giappone, avevo solo un anno, non ho ricordi precisi ma sensazioni sì, sensazioni di non essere a casa, che la casa cambia e io non riesco ad affezionarmi ad una casa perchè ne ho cambiate tante e mi sento un po’ nomade, il viaggio fa parte della mia esperienza di vita”.