La didattica a distanza (Dad), sperimentata durante la pandemia di Coronavirus dagli studenti di tutt’Italia, è uno dei traguardi a cui l’Unione europea lavora a fari spenti. Lo evidenzia il periodico “Panorama”, che spiega che l’Ue sta portando avanti il “Piano d’Azione per l’istruzione digitale 2021-2027”, al cui interno manifesta apertamente l’intenzione di “trasferire l’apprendimento interamente online“. Il documento pone l’accento sul fatto che l’istruzione sia un diritto fondamentale e l’accesso a quest’ultimo va assicurato “indipendentemente dall’ambiente dove si svolge. Si devono intensificare gli sforzi e passare gradualmente da un’istruzione a distanza temporanea a un’istruzione digitale più efficace, sostenibile ed equa”.
Un’iniziativa, quella continentale sulla Dad, che viene commentata così dal pedagogista Daniele Novara su “Panorama”: “Sono iniziative da apprendisti stregoni digitali. Non ha alcuna base scientifica. Con la Dad viene meno una dimensione sociale di natura neurosensoriale ed emotiva: un videoschermo non può assolutamente sopperire a queste dimensioni che agiscono sui processi profondi di apprendimento, processi di osmosi sociale e corporea. È marketing per far guadagnare i soliti noti: hanno trovato questo filone scolastico e cercano di influenzare i decisori”.
DAD, URSULA VON DER LEYEN: “INCORAGGIARE LO SVILUPPO DELL’ISTRUZIONE A DISTANZA”
Ad agosto 2021, a proposito della Dad, Ursula von der Leyen ha sottolineato che “l’azione dell’Ue è intesa, in parte, a incoraggiare lo sviluppo dell’istruzione a distanza”. “Panorama” ha aggiunto che negli orientamenti etici sull’uso dell’Intelligenza artificiale (AI), usciti a ottobre 2022, “si continua a indicare come obiettivo l’apprendimento a distanza, definito ‘inclusivo e resiliente'”. Negli orientamenti per gli educatori, inoltre, “è indicato l’apprendimento misto, che combina efficacemente la didattica frontale e quella online in un’unica esperienza coesiva”.
In conclusione, la finalità dell’Unione europea non è quella di annullare la Dad, quanto, piuttosto, di promuoverla, educando i presidi all’utilizzo delle tecnologie in modo coscienzioso, sicuro ed etico. In tutto questo, si manifesta il business Dad al quale accennava il professor Novara. “Panorama” ha osservato che “le aziende digitali specializzate nell’e-learning, da Google in giù, contattano gli istituti per vendere piattaforme di didattica in rete e i libri di testo sono ormai tutti aggiornati in funzione di un’eventuale Dad”.