Davanti a docenti, studenti e genitori che contestano in larga parte la famigerata “Dad” (didattica a distanza), lo studio dell’Usr Friuli Venezia Giulia sembra affermare l’esatto contrario: «i risultati ottenuti in merito alle rilevazioni sulla valutazione degli apprendimenti, confrontando il periodo pre lockdown con il periodo attuale» vedono allo stesso livello la didattica in presenza prima della pandemia con quella “integrata” (e molto spesso solo Dad) di questo ultimo anno.

Il monitoraggio è stato presentato dalla direttrice dell’Ufficio scolastico regionale del Friuli Venezia Giulia Daniela Beltrame, sentita in commissione Istruzione dal Consiglio Regionale del Friuli: in sostanza, spiegano i risultati raccolti dall’Usr, «tanto nelle scuole primarie (che hanno svolto gran parte delle attività in presenza), quanto nelle scuole secondarie, non sono state constatate sostanziali differenze negli apprendimenti». Non solo, con l’inizio dell’attuale anno scolastico 2020-2021 sono stati valutati positivamente dagli istituti scolastici «i piani integrati che hanno consentito di recuperare sul livello degli apprendimenti non raggiunti».

DAD, LE DIFFICOLTÀ DI STUDENTI E DOCENTI

Non la pensano allo stesso modo nel resto d’Italia, osservando tanto le manifestazioni degli scorsi mesi, quanto le continue richieste di docenti, studenti e famiglie di un ritorno alla normalità con le lezioni in classe anche per le scuole superiori: in un recente sondaggio presso l’istituto superiore Freud di Milano, riportato dal Sole 24 ore, il 66,8% dei ragazzi pensa che la preparazione raggiunta sia inferiore a quella che avrebbero avuto andando a scuola. Addirittura il 34,8% dei 5500 studenti che hanno risposto al sondaggio ritiene di «non avere una preparazione adeguata per affrontare il prossimo anno scolastico o l’esame di Stato a giugno per gli studenti di quinta». Con la Dad il 33% degli studenti ritiene di avere avuto contrasti aumentati con i componenti familiari, mentre il 33,1% sostiene che al netto delle problematiche potrebbe anche esserci un futuro di “percorso integrato” tra Dad e lezioni in aula anche dopo l’emergenza Covid-10. «Sarebbe sbagliato negare gli aspetti negativi della Dad, che al contrario devono essere approfonditi, affrontati e possibilmente risolti – spiega il dirigente Daniele Nappo al Sole 24 ore -. È stata un’esperienza dura e bisogna prepararsi anche per il futuro perché nessuno sa quali saranno gli effetti della pandemia a breve termine, figurarsi su un lasso lungo di tempo». Per l’associazione Maestri di Strada – che negli scorsi giorni ha inviato una lettera urgente al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi – «non possiamo andare avanti così. La scuola non può subire passivamente le ordinanze di qualsiasi autorità tecnica o politica decida di chiuderla. Non è solo un servizio essenziale, è molto di più, è la fonte del pensiero delle giovani generazioni. La scuola a distanza è una scuola che si è ritirata dai corpi e non può essere testimone di verità», si legge nell’appello lanciato dal presidente Cesare Moreno.