In un’intervista alla BBC, Thomas Bangalter dei Daft Punk ha parlato della separazione del suo, spiegandone le motivazioni. “I Daft Punk erano un progetto che confondeva il confine tra realtà e finzione con questi personaggi robotici. È stato un punto molto importante per me e Guy-Manuel non rovinare la narrazione mentre stava accadendo” ha spiegato.



“Amo la tecnologia come strumento ma sono in qualche modo terrorizzato dalla natura del rapporto tra le macchine e noi. Ora che la storia si è conclusa, è stato interessante rivelare una parte del processo creativo che si è basata molto sull’uomo e non sugli algoritmi”, ha sottolineato ancora il disc jockey e produttore discografico.



Daft Punk, perché si sono detti addio?

Secondo Bangalter, la distanza dalla musica elettronica è dovuta spesso all’ascesa dell’intelligenza artificiale: “Le mie preoccupazioni sull’ascesa dell’intelligenza artificiale vanno oltre il suo utilizzo nella creazione di musica. Nei Daft Punk abbiamo cercato di usare queste macchine per esprimere qualcosa di commovente, che una macchina non può provare ma un essere umano sì. Siamo sempre stati dalla parte dell’umanità e non dalla parte della tecnologia… Per quanto ami questo personaggio, l’ultima cosa che vorrei essere, nel mondo in cui viviamo, nel 2023, è un robot“.



Dunque, dietro allo scioglimento dei Daft Punk ci sarebbe la volontà di non diventare macchine e robot: per questo, Guy-Manuel e il suo collaboratore e socio hanno deciso di dirsi addio dopo 28 anni insieme. Il duo si è salutato ormai due anni fa, nel febbraio del 2021. A due anni di distanza, dunque, sono arrivate quelle spiegazioni che tanti fan chiedevano di avere. Proseguono intanto i lavori in solitaria: il nuovo album di Bangalter, Mythologies, uscirà il 7 aprile.