DA MINNEAPOLIS – A che punto siamo? Come vanno le cose nella terra degli uomini “liberi”, nonché “patria dei coraggiosi”? Come stiamo a libertà e coraggio?

Mah! Potrebbe andare meglio, direi. Nulla di cruento, almeno per ora. Niente assalti a Capitol Hill o alla Casa Bianca, niente battaglie campali e neanche scontri per le strade. Oddio, nulla di cruento se si escludono i “mass shootings”, quel nostro tragico sport nazionale che solo nei primi dieci giorni d’ottobre ha portato via 23 vite e mandato in ospedale altre 113 persone. I segnali dell’economia non sono particolarmente incoraggianti. La produzione stenta, con la supply chain impastata ed ingorgata qui come nel resto del mondo. La borsa (che tra le altre cose è il salvadanaio di ogni americano) è ballerina più che mai e tiene la gente comune col fiato sospeso. Abbiamo riscoperto l’inflazione (tanto per capirci le “pensioni” americane a gennaio 2022 verranno ritoccate al rialzo del 5,9%, roba che non si vedeva da 40 anni).



Dal mercato del lavoro giungono notizie “discrete”, ma molto al di sotto delle aspettative (194mila nuovi impieghi in settembre, dato assolutamente deludente). E dire che i lavori ci sono, sono i workers che mancano. I posti disponibili superano gli 11 milioni! Anche non volessi infilarmi dentro cose particolarmente impegnative potrei andare a friggere patatine da McDonald’s per 20 dollari l’ora. Mica male! Pensate che in agosto quasi 4 milioni e mezzo di americani hanno lasciato il loro posto di lavoro alla ricerca di qualcosa di più e di meglio. In America i contratti collettivi non sono particolarmente popolari, il livello di sindacalizzazione è sul 10%, per cui quando si tratta di prendere un lavoro si negozia: salario e assistenza sanitaria in primis, ma anche ferie e condizioni generali del rapporto. Con una pandemia che ha squassato tutto il sistema sono i lavoratori ad aver preso in mano le redini del mercato del lavoro.



Già, la pandemia … la frattura ideologica alimentata da politica, razzismo, disparità sociali ed economiche era già dolorosamente presente nella vita quotidiana, ma il Covid ha fatto (e sta facendo) da divaricatore, infilatosi come si è proprio in quella frattura. Chi può ricucire? Il Presidente non sembra essere in possesso né dell’energia né delle idee necessarie ad operare una svolta. Il compito sembra essere superiore alle sue capacità e risorse. E infatti come conseguenza – believe it or not – c’è un Donald Trump che cova sotto la cenere. Chi cerca di capire in che direzione muoversi? Chi pensa veramente? Un minimo di elaborazione culturale e progettuale che non sia limitata a quei “think tank” – di destra o sinistra che siano – che tante volte si trasformano in “fish tanks” e puzzano di pesce (di idee) andato a male. E dettano le mosse di quei partiti che combattono delle sterili battaglie di potere tra l’altro piene di contraddizioni. Come quella portata avanti da Greg Abbott, governatore del Texas, che con un executive order ha escluso praticamente qualsiasi mandato di vaccinazione nello Stato in nome della libertà individuale. Togliendo però nel far ciò quella stessa libertà all’individuo imprenditore che volesse proteggere il suo ambiente lavorativo richiedendo la vaccinazione ai suoi dipendenti. È l’idea stessa di libertà che cortocircuita, come mi viene sempre in mente quando vedo i motociclisti del Minnesota sfrecciare senza casco. Perché si può, è legale, dopo i 18 anni decidi tu. La tua libertà. Come dire, “il corpo è mio e ne faccio ciò che voglio”. Messaggio già udito tanti anni fa proveniente dalla sponda opposta a quella dei bikers…



Halloween non è ancora qui, ma la caccia alle streghe, conservatrici o progressiste che siano, è in atto da un pezzo e non fa altro che intensificarsi. Quel che detta l’intolleranza dei tolleranti sembra l’unico indicatore della “libertà pratica”, di quel che si può dire e fare e pensare e quello che non si può. Certamente, e più che mai, occorre essere puri come le colombe (pressoché impossibile) e scaltri come serpenti (questa ce la possiamo fare), ma anzitutto bisogna chiedersi cosa vogliamo veramente, cosa è vero e cosa è falso. Sennò che scaltrezza è? È facile vedere i dark sides di quello che ci circonda, meno puntare lo sguardo sui semi di speranza. Ma ci sono! Basta guardare.

Intanto, come diceva un vecchio amico che amava molto la vita e ne viveva tutto il senso di urgenza, “C’è ancora tempo, ma non c’è tempo da perdere”.

God bless America! 

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