Il Gruppo Eni produce nella Bioraffineria di Gela, in Sicilia, un biocarburante di grande qualità che prende il nome di Hvo (Hydrotreated Vegetable Oil, Olio vegetale idrogenato) in grado di sostituire il diesel fossile con un fortissimo abbattimento delle emissioni di carbonio. Trenitalia, che ha messo sui binari una serie di Intercity con motore ibrido per connettere Calabria, Puglia e Basilicata, ne sta sperimentando l’efficacia e assicura che il minor inquinamento rispetto a oggi si può misurare nell’80 per cento e oltre.
La società delle Ferrovie dello Stato sta inoltre lavorando a un progetto nei trasporti che premi l’intermodalità nel presupposto che il viaggiatore non sia tanto interessato ai vettori da utilizzare per andare da un posto all’altro, quanto all’obiettivo di raggiungere la meta. Quindi, integrare mezzi diversi diventa utile e necessario per aumentare l’efficienza, ridurre i tempi e alleggerire l’impatto negativo sull’ambiente. Il che, sommato alle locomotive di nuova generazione, aiuta molto ai fini della sostenibilità.
Gli Aeroporti di Roma sono molto sensibili all’argomento e hanno messo a punto un biglietto integrato che consente, per esempio, di spedire il bagaglio del treno di Napoli direttamente alla destinazione finale, mettiamo New York, dopo essersi imbarcati a Fiumicino. Ha poi promosso un Patto per la decarbonizzazione del trasporto aereo (evoluto in Fondazione Pacta) che coinvolge aziende primarie del Paese in uno spirito di scambio e collaborazione che fa delle buone pratiche il punto di partenza per condivisioni e miglioramenti.
L’Enel dovrà installare a breve milleottocento nuove colonnine elettriche, la maggior parte delle quali nel Mezzogiorno, potenziando in quantità e qualità la strumentazione che serve a ricaricare le auto a batteria che almeno in città dovrebbero sostituire quelle a benzina e gasolio. Il numero delle strutture oggi disponibili in Italia in rapporto alle vetture elettriche circolanti è già superiore a quello della Germania e della Francia, ma non se ne ha la giusta percezione e forse anche per questo il mercato è un po’ fiacco.
Comunque vada a finire la trattativa europea sui tempi e i modi della transizione ecologica – un tema che ha acquisito nuova forza e centralità dopo i sommovimenti in casa Stellantis con le possibili ripercussioni sugli stabilimenti del Paese in termini di commesse e occupazione -, non c’è dubbio che la strada maestra è segnata anche se si pone il grande problema delle risorse pubbliche che serviranno ad accompagnare la trasformazione in atto (Eurobond?) con l’indispensabile coinvolgimento del capitale privato.
Nel frattempo, una cordata di aziende di componenti per l’auto – grandi, medie, piccole -, società di progettazione e accademici hanno realizzato a Lioni, in provincia di Avellino, un laboratorio a cielo aperto con sensori e rilevatori lungo tutte le strade della cittadina per lo studio della guida autonoma e l’utilizzo dell’idrogeno come possibile propellente pulito. Il progetto, finanziato dalla Regione Campania, prende il nome di Borgo 4.0 ed è sostenuto dall’associazione di categoria Anfia aderente a Confindustria.
A Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta, Snam ha realizzato un impianto per trasformare il metano dallo stato gassoso a quello liquido e agevolarne il trasferimento, che altrimenti risulterebbe pericoloso, sui luoghi di utilizzo. Le sue tubature sono in grado di trasportare anche l’idrogeno che potrebbe rappresentare una soluzione per muovere le navi con Fincantieri a fare da apripista nel campo delle innovazioni alla ricerca di propellenti amici della natura e compatibili con gli spazi destinati allo stoccaggio.
Queste alcune delle informazioni e delle suggestioni emerse dal seminario sulla mobilità sostenibile organizzato con Unioncamere dall’associazione Merita e dalla Fondazione Matching Energies alla presenza di interlocutori di primo piano in rappresentanza delle realtà coinvolte. E alla luce dei risultati si può certamente rispondere “sì, certamente” alla domanda se il Sud possa davvero diventare l’hub energetico del Paese e sviluppare infrastrutture e competenze utili all’intera Europa.
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