C’è un’altra guerra, nascosta, dietro a quella che vediamo in televisione, è quella che combattono i servizi di intelligence. Due giorni fa un commando ceceno ha cercato di uccidere il presidente ucraino Zelensky, l’obiettivo numero uno di Putin. Gli uomini del commando sono stati eliminati dalle forze ucraine, grazie – sembra – all’avvertimento di alcuni esponenti del Servizio segreto federale russo, che non vorrebbero prendere parte a una guerra da loro considerata inutile e perdente per la Russia. Il che fa emergere due cose: da un lato, Putin non esita a compiere azioni terroristiche; dall’altra, all’interno del suo circolo di potere c’è però chi si oppone, o cerca di farlo, a questa sconsiderata politica estera. “Sebbene si sia manifesta una forma di contestazione” ci ha detto Stefano Piazza, giornalista, saggista, esperto di terrorismo islamico, “purtroppo non esiste al momento uomo o struttura in grado di fermare Putin, che si è circondato di uomini fedelissimi”. Anzi, sempre secondo Piazza, “tutta l’operazione contro l’Ucraina sarebbe stata messa in piedi dal presidente russo per dimostrare chi comanda”.
Il tentativo di eliminare Zelensky utilizzando miliziani ceceni significa che Putin per condurre le operazioni “sporche” si affida a uomini che sono poco meno che terroristi?
Sappiamo bene che il presidente della Repubblica Cecena, Ramzan Kadyrov, è un fantoccio messo lì da Putin dopo la fine della seconda guerra cecena, un personaggio che non si fa il benché minimo scrupolo a usare torture, violenze e omicidi commissionati contro gli oppositori. È un uomo brutale e spietato. Al suo servizio militano molti fondamentalisti islamici. Tutto questo non deve stupire: Putin per me è un criminale che fa uso di qualunque mezzo pur di arrivare ai suoi obiettivi.
Le milizie cecene sono note per la loro ferocia, i civili ucraini infatti hanno molta paura di loro.
Oltre al Wagner Group e alle milizie bielorusse, in campo ci sono anche i ceceni. Fortunatamente il grosso di questi miliziani, circa 350, inviati in Ucraina sarebbe stato già eliminato dalle forze ucraine nel corso di un attacco in cui sarebbe stato ucciso il loro capo, un fedelissimo di Kadyrov, il generale Magomed Tushayev. Ci sono dei video che testimoniano lo scontro, ma non si sa con certezza se Tushayev sia stato veramente ucciso. Bisogna prestare la massima attenzione alla propaganda, che in questa guerra gioca un ruolo importante.
La “soffiata” che sembra sia arrivata dal Servizio di sicurezza federale russo ci dice che esiste un’opposizione interna a Putin?
Quello che sta succedendo a Mosca nel circolo di potere è impossibile, o almeno difficile, da capire. Sappiamo che l’attacco deciso da Putin all’Ucraina non è stato gradito da tutti. Ci sono molte personalità contrarie, non solo gli oligarchi, quelli maggiormente colpiti dalle sanzioni, ma anche alcuni membri dell’apparato, che sanno come questa sia una guerra che può sì essere vinta militarmente, ma alla Russia costerà cara e ritengono che sia una operazione folle, che non porterà niente di buono.
In che senso?
C’è un apparato economico composto da banchieri, finanzieri e alti funzionari della macchina amministrativa consapevole che questa avventura militare, aggravata da sanzioni che oggi sembrano non sortire effetti concreti ma che con il tempo faranno sentire il loro impatto, potrebbe ridurre il paese in pessime condizioni. Già ci sono banche che falliscono e quindi all’interno del paese c’è malcontento. Non so dire però quanto i servizi segreti siano coinvolti, anche perché è giusto ricordare che in Russia operano molti apparati di intelligence e sicurezza.
Può citarli?
Dalle ceneri del Kgb sono nate due nuove agenzie, l’Svr (Servizio di intelligence estero) e l’Fsb (Servizio di sicurezza federale). Il Gru (Direzione centrale dell’intelligence militare) mantiene invece il medesimo nome dell’epoca sovietica. L’Fsb ha poi assorbito al suo interno anche la Fapsi, un’agenzia per la sicurezza nazionale. La sede dell’Fsb si trova nel tristemente noto Palazzo della Lubjanka, che fu sede anche del Kgb.
Il segretario dell’Fsb è diventato noto per l’umiliazione subita in diretta tv da parte di Putin, avendo egli manifestato la sua incertezza nell’approvare il riconoscimento delle repubbliche del Donbass. Potrebbe essere uno degli oppositori di Putin?
No, quello è Sergej Naryškin, direttore dell’intelligence internazionale. Ma di sicuro all’interno dei servizi di sicurezza l’operazione di Putin non è stata gradita. Oltre all’episodio da lei citato, ce ne sono molti altri che covano sotto la cenere da tempo, tanto che si dice che tutta questa operazione contro l’Ucraina in realtà Putin l’abbia messa in piedi per mostrare all’interno del circolo di potere chi comanda davvero e per ristabilire i rapporti di forza.
Quindi il potere di Putin non è così granitico, qualche incrinatura si comincia a intravvedere?
Sì, ma al momento sembra certo il fatto che non ci sia ancora alcun personaggio o alcuna struttura in grado, come si dice in gergo, di scrollare il cavallo, cioè di mandare via lo stesso Putin.
Tra l’altro questa guerra, a differenza della procedura usuale che prevede che siano i servizi segreti a occuparsene, è stata architettata dall’esercito. guidato dal ministro della Difesa. È così?
Certo, è non una differenza da poco. È tutta un’operazione preparata accuratamente con i fedelissimi, tenendo lontane tutte le figure sospettate di poterla intralciare.
L’obiettivo di una guerra lampo pare fallito; cosa succederà a Putin se tutta l’operazione dovesse avere un effetto boomerang?
Sotto l’aspetto puramente militare è una questione di giorni prima che l’esercito ucraino venga sconfitto. C’è una netta preponderanza delle forze russe, la Nato non interviene, nessuno manda soldati, si fanno solo manifestazioni di protesta. Kiev cadrà e a quel punto bisognerà vedere cosa farà Putin.
Appunto: cosa farà?
È una domanda a cui non abbiamo risposta. Con sanzioni durissime, come il totale isolamento internazionale e il blocco dei fondi monetari, un paese arretrato e con una economia afflitta da mille problemi rischia di crollare. Putin sta trascinando il suo popolo, a cui ha mentito pubblicamente, nella rovina. Dopo che sarà arrivato a Kiev, dopo che saranno morte altre migliaia di civili, cosa se ne farà dell’Ucraina?
In Russia è possibile un colpo di Stato?
Non vedo qualcuno capace di farlo. Un colpo di Stato lo si tenta se si ha in mano la struttura governativa, ma oggi è tutto in mano agli uomini di Putin. Anche i generali sono suoi fedelissimi. È molto difficile, non nutro troppe speranze.
(Paolo Vites)
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