Il caso della piccola Mia Montemaggi, la bimba di 8 anni rapita in Francia nei giorni scorsi mentre si trovava a casa della nonna e consegnata alla madre alla quale era stato tolto il diritto di vederla, si è concluso con il ritrovamento della piccola e l’arresto dei sequestratori e della madre trovata in Svizzera. Mia è stata riaffidata alla nonna mentre le autorità francesi hanno emesso un mandato di cattura internazionale nei confronti di Rémy Daillet-Wiedemann. E’ lui, come spiega Corriere della Sera, l’uomo che dalla Malaysia avrebbe ispirato il rapimento di Mia. Non solo: avrebbe anche finanziato l’operazione con 3000 euro. Negli ultimi mesi dal suo rifugio asiatico sarebbe diventato punto di riferimento per le tesi complottiste e la “resistenza contro la dittatura sanitaria”.
Daillet-Wiedemann ha 55 anni, è padre di 8 figli e suo padre è deputato della destra. In passato è stato anche lui un esponente politico nel partito centrista di François Bayrou. Negli ultimi anni, in seguito al suo trasferimento in Malaysia, l’uomo ha lanciato numerosi appelli annunciando un colpo di Stato in Francia fino ad ammettere, in uno dei suoi video su Youtube: “Sì, ho deciso di prendere il potere in Francia, di restituire le vostre libertà e di fare cessare questa distruzione”.
DAILLET-WIEDEMANN, CHI È: HA ISPIRATO RAPIMENTO MIA MONTEMAGGI
Alla base del pensiero di Daillet-Wiedemann, diverse teorie complottiste. Oltre ad essere un convinto anti-abortista, il 55enne è contro il 5G considerato uno strumento per controllare la popolazione, ma anche contro la vaccinazione anti-Covid. L’uomo ha fatto sue anche le tesi complottiste del movimento QAnon negli USA secondo il quale il mondo sarebbe governato da un governo incentrato su atti satanici e pedofilia. Lo scorso 11 gennaio, Lola Montemaggi, mamma 28enne della piccola Mia, ha perso la custodia della figlia in seguito alle accuse di atti di violenza sull’ex marito e per aver impedito alla bambina di andare a scuola. La donna era già fortemente attratta dalle teorie complottiste e tramite internet si è avvicinata sempre di più agli adepti di Daillet-Wiedemann, considerato un vero e proprio guru. In uno dei suoi video, l’uomo rivendica con orgoglio il suo ruolo: “La nostra organizzazione, libera e impegnata nella resistenza al potere, restituisce i bambini rapiti dallo Stato ai genitori, su loro richiesta. Niente a che vedere con un rapimento”. Daillet-Wiedemann era già noto all’Interpol per avere inneggiato alla profanazione negazionista di una lapide nel villaggio di Oradour, luogo in cui si consumò un massacro ad opera dei nazisti.