Solo una grande illusione i Daily Tampon, i test sul coronavirus rapidissimi, con esiti nel giro di tre minuti, che erano stati annunciati da un’azienda di Lecco. Per comprendere nel dettaglio questa vicenda un po’ particolare, riportata stamane dal quotidiano Il Corriere della Sera, bisogna fare un passo indietro, quando la Allum di Stefania Magni, azienda che produce lampade sita in quel di Merate, nel lecchesse, annuncia in pompa magna «Produrremo 20 milioni di tamponi salivari per rilevare il Covid in 3 minuti». Un progetto nato in collaborazione con Pasquale Vito, professore di genetica dell’università del Sannio, e una società di biotech collegata allo stesso ateneo campano, leggasi la Genus di Benevento. Il quotidiano nazionale sottolinea come la Allum sia una piccola azienda in difficoltà, che perde tutto quello che fattura, circa 120mila euro.



TEST RAPIDO ALLUM UN BLUFF? “UN’INIZIATIVA PERSONALE”

Ma Stefania Magni, poco tempo fa, aveva spiegato: «Abbiamo l’ok del ministero della Salute». Peccato però che lo stesso ministero abbia smentito il tutto. Eppure c’era grande entusiasmo dietro questo progetto imponente, al punto che l’Api di Lecco, un’associazione di 540 piccole aziende locali, aveva coordinato la comunicazione del progetto, esprimendo “orgoglio” per la Allum, sottolineando come la stessa avesse trovato «il prodotto dell’anno», «un colpo di genio», «un successo per tutto il Paese». Peccato però che il tutto sembrerebbe essersi rivelato un grosso buco nell’acqua. «La responsabilità del progetto è della Genus Biotech», fanno sapere da Merate. Il professor Vito, la mente dietro al Daily Tampon, aveva spiegato di aver fatto 100 test sul dispositivo, tutti fra parenti e amici: «Sì sì, con quei numeri non si va da nessuna parte. 20 milioni di tamponi da produrre? ‘ha detto il fabbricante (cioè l’azienda di Merate, ndr ) io no». Stefania Magni aggiunge: «Io ho solo chiesto all’Api di avere visibilità. È un’iniziativa a livello personale. A livello personale? Sì sì, la Allum non farà mai la produzione di questi tamponi». Insomma, una sorta di pubblicità ma in realtà il prodotto da pubblicizzare non esisteva: peccato…

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