La pandemia Covid potrebbe aiutare gli scienziati a risolvere alcuni “misteri” legati ad altre infezioni virali. Il coronavirus non è, infatti, l’unico per il quale insorgono gravi complicazioni, come danni al cuore o coaguli di sangue. Peraltro, alcuni sintomi che sembrano tipici del Covid, in realtà non lo sono. Pensiamo ad esempio alla perdita del gusto e dell’olfatto. Il New York Times, che ha acceso i riflettori su questo aspetto in un articolo, ha ricordato la storia di Barie Carmichael che ha perso il senso del gusto e dell’olfatto ma fino ad allora aveva avuto solo una bronchite. Ci sono poi diverse persone che in seguito ad altre infezioni respiratorie e virali hanno riportato infiammazioni cardiache, danni polmonari e neurologici, piccoli coaguli di sangue nel rivestimento dei polmoni, seppur in una piccola percentuale di pazienti. Questo non vuol dire che il Covid sia uguale a qualsiasi altra infezione o l’equivalente di influenza, anche perché l’influenza stagionale non ha ucciso milioni di persone in tutto il mondo in un solo anno.



In realtà, la pandemia sta fornendo un’occasione per studiare meglio le complicazioni di molte comuni infezioni virali. Prima della pandemia, infatti, i finanziamenti agli studi sulla perdita di olfatto erano difficili da trovare, ora invece l’interesse sta crescendo.

COVID E ALTRI “MISTERI” SUI VIRUS

Così i ricercatori del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia vogliono mettere a confronto la frequenza con cui le persone rilevano queste alterazioni dopo un attacco di influenza rispetto al Covid e quanto dura. Tra le domande a cui trovare risposta anche quella riguardo una possibile predisposizione genetica a questa complicazione. Altri scienziati vogliono capire chi è suscettibile di infezioni cardiache, coaguli di sangue o danni ai polmoni dopo aver avuto un virus respiratorio, come l’influenza. Gli unici problemi causati da un’infezione virale che sono tra i più studiati sono quelli cardiaci. La miocardite, infiammazione del muscolo cardiaco, infatti colpisce fino a 1,5 milioni di persone in tutto il mondo. La maggior parte si riprende, ma ci sono sintomi come l’affaticamento che non vengono riconosciuti come legati alla miocardite.



Il sospetto del dottor Bruce M. McManus, professore emerito di patologia all’Università della British Columbia, è che l’affaticamento possa essere causato proprio da un problema cardiaco causato dal Covid. Ma anche i danni ai polmoni sono comuni anche per altri virus. Il dottor Clemente Britto-Leon, ricercatore della Yale School of Medicine, ha citato al NYT il caso delle lesioni e cicatrici polmonari, possibili anche con l’influenza, herpes e infezioni da citomegalovirus. Tutti aspetti che ora possono essere studiati.

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