TOKYO – Il primo ministro Yoshihide Suga, durante l’ultima conferenza stampa di venerdì scorso, ha dichiarato un nuovo stato di emergenza per Tokyo e altre tre prefetture. La decisione arriva a soli tre mesi prima dell’apertura del 23 luglio delle Olimpiadi di Tokyo e tenta di rendere i Giochi “sicuri e protetti”, ma l’aumento dei casi di coronavirus rischia di comprometterne lo svolgimento.
Il sistema sanitario nazionale ha registrato un aumento delle infezioni legate alle varianti di Covid-19. Lo stato di emergenza – il terzo dichiarato in Giappone dall’inizio della pandemia – comprende le prefetture di Osaka, Kyoto e Hyogo e durerà fino all’11 maggio.
La nuova restrizione è stata annunciata proprio alla vigilia della Golden Week, la Settimana d’Oro, l’unico periodo nel calendario giapponese di vera vacanza nazionale, equivalente al nostro ferragosto, dove molti cittadini si spostano per raggiungere le famiglie nelle città d’origine. Il governo ha ritenuto quindi rischioso non limitare gli spostamenti, soprattutto in una fase in cui il Comitato olimpico internazionale ancora non ha sciolto la riserva su esecuzione.
Toshihiro Nikai, segretario del partito in carica Ldp, ha dichiarato giovedì scorso che cancellare le Olimpiadi di Tokyo potrebbe essere un’opzione se il coronavirus si dovesse diffondere ulteriormente. Altro nodo ancora non sciolto è quello della presenza degli spettatori, con una possibilità che i Giochi si tengano a porte chiuse, limitando quindi la presenza anche dei cittadini locali.
Quest’ultimo stato d’emergenza arriva dopo che le restrizioni precedenti non sono riuscite a rallentare la diffusione del Covid-19 e delle sue varianti e con i letti d’ospedale sempre più scarsi. Le nuove restrizioni impongono una chiusura totale o parziale dei luoghi pubblici, con orario ridotto per i ristoranti. I servizi di trasporto pubblico saranno ridotti, diversi treni verranno cancellati per limitare gli spostamenti non necessari e ai grandi magazzini e ai parchi di divertimento verrà chiesto di chiudere. Gli eventi sportivi si terranno senza spettatori e le attività extra-scolastiche saranno sospese.
Ovviamente queste disposizioni sono sempre solo delle indicazioni, non delle imposizioni totali, che non sono permesse dalla Costituzione giapponese, ma sono comunque seguite e rispettate dalla quasi totalità della popolazione.
Anche il programma della torcia olimpica, che dovrebbe essere trasportata lungo l’isola proprio in questi giorni, ha subìto delle variazioni per evitare assembramenti e in alcuni casi si è addirittura reso necessario annullare certe tappe.
Circa 30mila atleti e funzionari sono attesi per le Olimpiadi, ma anche se la campagna di vaccinazione del Giappone segue quella di molti altri paesi, ci sono enormi ritardi e la resistenza di una popolazione poco propensa ai vaccini non aiuta. Va segnalato, inoltre, che il Comitato organizzatore non prevede di richiedere la vaccinazione per gli individui presenti agli eventi.
Il primo ministro Suga si appresta a confermare la sua leadership in vista delle elezioni generali previste quest’anno per la Camera bassa del Parlamento e durante la conferenza stampa si è impegnato ad accelerare gli sforzi per distribuire i vaccini il più presto possibile, con l’obiettivo di garantire che ogni comune possa fornire due dosi di vaccinazioni per gli anziani che desiderano riceverle, entro la fine di luglio, quindi con diversi mesi di ritardo rispetto a molte nazioni occidentali.
Enormi sono stati gli sforzi economici per queste Olimpiadi, che volevano rilanciare un’economia in recessione nell’ultimo quinquennio. Con una spesa dichiarata di 1,64 trilioni di yen, circa 13 miliardi di euro, un ulteriore sforzo è richiesto al paese: quello di eseguire i Giochi, preservando la sicurezza degli atleti e della popolazione.
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