Caro Direttore,
siamo tutti amareggiati – è un eufemismo… – per quanto accaduto con il colpo di Stato. Ora in molti si organizzano per azioni di disobbedienza civile. Ieri sera, per la seconda volta, tutti hanno battuto le pentole e suonato i clacson. Medici, infermieri, ingegneri in massa si dimettono, così come una cinquantina tra piloti e hostess della compagnia di bandiera.
In un paese in cui si soffre la povertà più estrema, dove avere un buon lavoro è cosa rara, è un gesto davvero eroico e voi in Occidente forse non avete idea di cosa voglia dire, ma tutto è solo disobbedienza civile. Per le strade vedo tanta tristezza, un’infinita tristezza. È un clima strano.
Nessuna violenza, per fortuna. “The Lady” ha avvisato, prima del suo arresto, tutta la popolazione affinché non andasse per le strade a promuovere manifestazioni né rivolte. Intanto è iniziato il processo contro di lei. Ovviamente le accuse sono false. Temevo la gente non capisse, invece tutti capiscono: il cuore dell’uomo è uguale in ogni parte del mondo.
Meno male che la situazione sanitaria è buona, perché già prima del colpo di Stato erano vietati gli spostamenti, come in Italia. I contagi e i decessi diminuiscono, molti medici si sono messi in isolamento per non contagiare le loro famiglie mentre lavorano in ospedale e riescono, con l’aiuto dei volontari, a procurarsi le medicine per ammalati e anziani. I farmaci anti-Covid, poi, sono donati (ne sono stati spediti per 750mila persone) dall’India, altri forse ne arriveranno, ma con i militari al potere non si sa se l’India continuerà a inviarli. Sono in arrivo anche i vaccini dalla Cina, ma tutti, e sottolineo tutti, si rifiutano di farseli somministrare. Tutto ciò che è cinese sa di imbroglio, anche i vaccini, e i birmani sanno bene chi è il mandante di tutto ciò. Non ci sono dubbi.
Il problema è tenere a freno i giovani. Fino al colpo di Stato non conoscevano sulla propria pelle cosa sia realmente una dittatura. Non avevano vissuto gli anni dal 1988 al 1990. Ora capiscono cos’era la Birmania prima delle aperture degli ultimi anni, capiscono e non accettano.
E’ il momento della preghiera, perché la verità e la giustizia prevalgano. Gli amici preti organizzano adorazioni eucaristiche: ho visto un sacerdote passare tutta la notte davanti al Santissimo. Alcuni monaci buddisti sono stati arrestati, subito processati e già condannati a 2 anni di prigione.
Una cosa è certa. Qui si sta combattendo la battaglia finale: o si sconfigge la dittatura per sempre oppure la Birmania diventerà presto il nuovo Tibet. La strategia della signora San Suu Kyi per la riconciliazione forse è fallita, ma dov’è l’Occidente?
Vi chiediamo di ricordarci nelle vostre preghiere.
(Un lettore dal Myanmar)
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