Caro direttore,
gli aggiornamenti sulla situazione birmana possono risolversi in poche parole: la situazione peggiora ogni giorno di più. Ora poi che il mondo guarda solo all’Ucraina, qui c’è carta bianca per i cattivi.
Mi permetto allora di proporvi da Rangoon una riflessione sulle vicende europee.
Ribadisco che gli imperi del male hanno colto la bolla Covid per conquistare manu militari quanto non riuscivano a ottenere diversamente. Modestamente l’avevo scritto mesi fa: se fossi stato “un signore della guerra” anch’io avrei colto al volo questa opportunità per ottenere ciò che volevo. Nessuno vi avrebbe dato gran peso perché in altre faccende affaccendato. A ciò si aggiunga il blackout americano post fuga da Kabul. Ne hanno usufruito in vari teatri (Birmania, Mali, Libia, Turchia, ecc.). Putin ha pensato di usare questo ultimo slot per fare anche lui ciò che da tempo aveva in mente. E, bontà sua, è stato anche bravo perché ha lasciato finire le Olimpiadi di Pechino. Ma se alcune operazioni marginali potevano essere tollerate (perché nel Risiko mondiale erano lette come “conflitti locali”, ma in realtà fondamentali), così non poteva essere per la mossa di Putin.
Cosa accadrà?
Chi pensa che la Russia si “impantani” in un Vietnam/Afghanistan sogna. E sogna ad occhi aperti. È del tutto evidente che è tutto diverso. Non ci sono condizioni geografiche, logistiche, politiche e sociali per questo. È tutto diverso. Come può la popolazione ucraina, finita la guerra, scatenare una guerriglia? Verrebbe sterminata in pochi minuti. L’unica speranza è che la guerra finanziaria provochi un’implosione interna russa e un nuovo leader abbia il coraggio di organizzare una congiura di palazzo. Ma ritengo ciò quasi impossibile: da oltre 20 anni Putin dirige la Russia e ogni punto apicale è un suo vassallo, scelto da lui.
Ma in questi anni dov’erano l’Europa, l’Occidente, la Nato?
È del tutto evidente che nessuno se n’è avveduto o non se n’è voluto avvedere. Dopo il crollo di Gorbaciov, e poi di Eltsin, si doveva solo preparare un red carpet alla Russia affinché l’Europa politica andasse effettivamente “dall’Atlantico agli Urali”. Qualcuno mi spieghi perché questo non è avvenuto. Oggi avremmo un mondo diverso. E ancora: come è stato possibile essere oggi così condizionati nelle scelte politiche dal non aver pensato a fonti energetiche alternative? Come è stato possibile non capire che la globalizzazione era una stupidaggine e pensare di poter trasformare la Cina nella “fabbrica del mondo”, tale per cui dipendiamo da essa dalle mascherine ai microchip, senza dover pagare dazio? Qualsiasi economista (ma anche un bottegaio) sa che è pericoloso affidarsi a un solo mercato o un solo fornitore e, più modestamente, mio nonno buonanima destinava i suoi terreni un po’ al grano, un po’ al pascolo, un po’ al frutteto e aveva qualche vacca nella stalla mentre la moglie curava il pollaio e l’orto.
Cosa si può fare ora?
L’Ucraina non può certo vincere una guerra militare. Quindi o si ritiene di essere in grado di fare a meno della Russia da un punto di vista energetico, e allora Putin sarà costretto a passare la mano. Altrimenti l’occidente dovrà accettare questa situazione con una nuova guerra fredda e fine della globalizzazione. Urge che l’Europa non sia solo un’entità economico-finanziaria (leggi: euro) ma anche politica.
Scusate se da Rangoon mi permetto di dare consigli. Qualcuno, a ragione, potrebbe dire: “Medico cura te stesso”. E avrebbe ragione. Scusate il disturbo.
Un lettore dal Myanmar
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI