L’appuntamento è a Saint Vincent, dal 9 all’11 ottobre, all’annuale convegno della fondazione democristiana presieduta da Gianfranco Rotondi: la kermesse centrista stavolta ospita un incontro d’eccezione, a concludere i lavori saranno nientemeno che Silvio Berlusconi e Giuseppe Conte.
La notizia l’ha data il Corriere della Sera e subito i social si sono scatenati all’inseguimento di questo inciucione servito fragrante e gustoso nella crolla valdostana. Sembrano prendere corpo le voci di un avvicinamento di FI al governo, e tanti già immaginano Silvio e Giuseppi, insieme, cuore a cuore, a beneficio di fotografi e cameraman.
Invece al vecchio cronista risulta tutt’altra trama: gli interventi di premier ed ex premier ci saranno, ma da remoto: “Berlusconi fa le riunioni di vertice su Zoom, vi pare che a ottobre si avventuri in Val d’Aosta per farsi un selfie con Conte?” spiegano piccati dalla segreteria di Berlusconi. Più diplomaticamente a palazzo Chigi dicono che l’agenda presidenziale non può essere prevista di qui a ottobre. Insomma, a occhio e croce l’incontro tra Berlusconi e Conte non ci sarà.
Si tratta di una furbata di Rotondi per distrarre dal vero programma del convegno, ossia la prova generale del Centro che non c’è. Si dirà che del grande centro di parla sempre ma non vede mai la luce.
La novità è che stavolta sul progetto non si scaldano solo i soliti Cesa e Tabacci – che pure a Saint Vincent ci saranno, con Buttiglione e altri Dc più o meno pensionati – ma santa romana Chiesa in persona. Non sono passate inosservate riunioni riservate in Vaticano tra intellettuali, parlamentari e prelati di ispirazione cattolica.
Di riunione in riunione prende corpo il progetto di quella che vorrebbe essere l’area bianca, quella terra di mezzo in cui la Chiesa ripone le speranze di tornare determinante in un tempo in cui si sente aggredita sulle questioni etiche (vedi legge Zan) e su quelle pratiche (tagli alle scuole private).
“Stavolta abbiamo deciso di scendere in campo in prima persona” spiega un monsignore informato dei fatti. “Finché c’è stato Berlusconi, bene o male siamo stati tutelati; ma Forza Italia è finita, e non possiamo fidarci né dei sovranisti né di Conte, quindi faremo da soli”. Per ora gli viene buona la fondazione di Rotondi, per non lasciare tracce, “ma poi Gianfranco sa che dovrà passare la mano” spiega il monsignore, “è anche lui una faccia vecchia, ma a differenza di altri lo sa e si adegua”.
La data da cerchiare dunque è ottobre: a Saint Vincent si scopriranno le carte, e si capirà se decolla il partitone cattolico. Che non sarà bianco, e non riproporrà nemmeno lo storico scudo crociato: il progetto prevede uno strano ircocervo a due teste, una bianca e l’altra verde; non a caso i relatori dell’evento sono vecchie glorie dell’ambientalismo, verdi di varie obbedienze, ex ministri dell’ambiente di tutti i governi.
Dietro la svolta green della Dc ci sarebbe la volontà vaticana di una presenza nuova dei cattolici, lontana anni luce dalla Dc e soprattutto dai partitini della seconda repubblica. Porte aperte ai politici verdi, per capirci, e chiuse ai notabili ex democristiani: come diceva Longanesi, la guerra è una cosa troppo seria per farla fare ai generali.