La Fondazione dei socialisti europei porta in tribunale Massimo D’Alema. Secondo quanto riportato dai colleghi di Repubblica, l’ex presidente del Consiglio è stato citato in giudizio davanti al tribunale civile di Bruxelles. Il motivo? La richiesta di restituzione di 500 mila euro di compensi ricevuti tra il 2013 ed il 2017 in qualità di presidente.



Massimo D’Alema ha ricoperto il ruolo di numero uno della Fondazione dei socialisti europei dal 2010 al 2017 e nel corso dei primi tre anni non ha ricevuto compensi per l’incarico, periodo in cui era europarlamentare. Svestiti i panni da parlamentare Ue, l’ex segretario del Partito Democratico si accordò con Ernst Stetter, ex dg della Fondazione, per iniziare a ricevere un compenso. Fu raggiunto un accordo per 120 mila euro l’anno.



Fondazione socialisti Ue: “D’Alema deve restituire 500 mila euro”

Repubblica ha poi spiegato che nel 2019, in seguito all’avvicendamento ai vertici, è stato avviato uno scrutinio sui conti della Fondazione dei socialisti europei, sostenuta con finanziamenti del Parlamento Ue. Secondo l’amministrazione dell’ente, i compensi ricevuti da Massimo D’Alema sono illegittimi, considerando che l’accordo non fu mai sottoposto agli organi della Fondazione. Di parere diverso l’ex primo ministro italiano, che considera il compenso ricevuto parametrato alle prestazioni intellettuali fornite. Questo il breve commento di Massimo D’Alema: «Iniziativa immotivata. Andremo in giudizio e poi sarò io a chiedere i danni. Di certo è una vicenda che davvero mi amareggia».

Leggi anche

DIARIO ARGENTINA/ Le promesse e le crisi che accomunano Milei e Meloni