Dalida, il suicidio nel 1987 a 54 anni

Dalida, al secolo Iolanda Cristina Gigliotti, è morta il 3 maggio 1987. La cantante preparò nei minimi dettagli il suo suicidio, a vent’anni dal primo tentativo di suicidio. Dalida annunciò alla servitù che quella sera sarebbe andata a teatro, e per essere sicura che anche la fedele governante, Jacqueline, si prendesse una serata di libertà, l’accompagnò personalmente a casa. Fece il giro dell’isolato e imbucò tre lettere: una per il fratello Bruno, una per il suo ultimo compagno François Naudy e una ad un suo amico.



Poi tornò nella sua abitazione di rue d’Orchampt 11bis sulla Butte di Montmartre. “Salì in camera sua e per la prima volta si è addormentata dopo aver spento le luci. Dalida aveva il terrore di dormire al buio e non l’aveva mai fatto”, ha raccontato il fratello Bruno Gigliotti nel 1997 nel programma di Paolo Limiti “Ci vediamo in tv”.

Dalida: “La vira mi è insopportabile”

Dalida morì nella notte tra il 2 ed il 3 maggio 1987 per un cocktail di barbiturici e whisky. Aveva 54 anni. Sul suo comodino venne trovato un biglietto scritto a mano e firmato: “La vie m’est insupportable. Pardonnez moi” (La vita mi è insopportabile. Perdonatemi). Secondo il fratello Bruno Gigliotti, Iolanda si è suicidata per uccidere Dalida: “Il conflitto tra la donna e l’artista era ormai insaziabile. Dalida aveva tutto, il successo, la ricchezza. Jolanda invece era rimasta sola, senza un uomo e senza figli”, ha detto nel salotto di Paolo Limiti. Nel 1983 aveva pubblicato la canzone “Mourir sur scène” (Morire in scena), in cui si rivolge alla morte e allude al mancato suicidio del 1967: “Moi, qui ai tout choisi dans ma vie/ Je veux choisir ma mort aussi” (Io che ho scelto tutto nella mia vita/voglio scegliere anche come morire).

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