Non riesce a realizzarsi come donna, ma brilla come artista: è questo il ritratto di Dalida, al secolo Iolanda Gigliotti. Del resto la vita sfavillante fu al tempo stesso caratterizzata episodi difficili e dolorosi. La gloria artistica e il successo musicale non vanno di pari passo per Dalida con la felicità privata. I suoi colpi di fulmine finiscono spesso in tragedia, infatti tre uomini della sua vita si suicidano. Inoltre, non riesce a diventare madre prima per lo sposo-manager e poi per un aborto che la rende definitivamente sterile. Tutto questo dolore la spinge al suicidio, anche se le ragioni di quel gesto non sono mai state chiarite. Se le è portate con sé Dalida. Della sua morte ha parlato tempo fa il fratello, spiegando che Dalida aveva preparato il suicidio nei minimi dettagli. La sua vita era diventata insopportabile e il film andato in onda oggi su Raiuno ha reso bene la sua sofferenza, quel dolore che l’ha portata a togliersi la vita. (agg. di Silvana Palazzo)
Dalida e il suicidio, il fratello: “Per la prima volta si è addormentata dopo aver spento le luci”
Una vita tormentata quella di Dalida, spezzata a metà da quel confine che divideva la sua vita privata da quella artistica. Una voce che trasformerà Yolanda Cristina Gigliotti in una delle poche icone della musica italiana, un peso forse troppo grande da reggere per la grande cantante. Sceglierà infatti di uccidersi nel maggio dell’87, ricorda Adnkronos in un vecchio articolo, preparando nel dettaglio tutto il necessario della sua ultima serata da viva. Dalida infatti darà la serata libera alla governante Jacqueline che da tanto tempo ha al proprio fianco, comunicando al resto della servitù la volontà di trascorrere le ore successive a teatro. Non andrà così: Dalida si toglierà la vita. “Per la prima volta si è addormentata dopo aver spento le luci”, racconta il fratello dieci anni più tardi a Ci vediamo in tv, condotto da Paolo Limiti. Non lo aveva mai fatto, a causa di quella paura folle che le imponeva di non dormire al buio. Le motivazioni del suo gesto sono forse racchiuse in quella insopportabile solitudine che l’aveva lasciata senza figli e un uomo d’amare. “Non scappò da Sanremo come scrissero i giornali”, dichiara Bruno Gigliotti. Nessun tentativo di sottrarsi alla stampa, ma di contro la volontà ferma di far saltare la kermesse per via del suicidio di Luigi Tenco e di quella solidarietà che avrebbe voluto da parte dei colleghi. Dalida sarà al centro della puntata di Techetechetè Superstar di oggi, sabato 3 agosto 2019. I primi conquistati dopo un tentativo di affermarsi nel mondo del cinema francesi, grazie a quelle doti canore che le permetteranno di entrare nella hit parade e governarla. L’amore però non le sorriderà quasi mai, a partire dal matrimonio con il direttore artistico Lucien Morisse, fino al folle colpo di fulmine con il pittore Jean Sobieski e ancora al fianco di Alain Delon. Ciao amore le darà in qualche modo il colpo di grazia, la canzone che assieme a Tenco sceglierà di cantare a Sanremo del ’67 e che verrà invece eliminata in modo imprevisto.
Dalida, la carriera e il “peso” della vita
Yolanda Cristina Gigliotti faticherà molto prima che il mondo la riconosca come Dalida. Nata nel ’33 in Italia, si trasferisce poi in Egitto con la famiglia e inizia fin da piccola a sognare il mondo dello spettacolo. Vince il titolo di Miss Egitto nel ’54 e vola in Europa alla ricerca di fortuna. Arriverà tre anni più tardi grazie all’incontro con Lucien Morisse, che la sosterrà durante il lancio del primo album Son nom est Dalida. Quel rapporto di lavoro si trasforma presto in qualcosa di più e i due si sposano nell’aprile del ’61, ma fin dall’inizio il matrimonio non appare così fiabesco come entrambi avevano sperato. Lucien è fin troppo concentrato sul lavoro e lei invece è stanca di stare sempre ad aspettare un uomo che non la mette al centro di tutto. Così l’amore finisce e ne nasce uno nuovo, quello per Jean Sobieski. Andrà a convivere con il pittore e anche questa volta non riuscirà a mantenere vivo il legame, mentre il cuore di Dalida inizia a battere anche per Alain Delon. Sarà tuttavia solo con Christian de la Maziere che sembrerà trovare quella bolla felice di donna innamorata, ma anche questa volta la loro relazione durerà solo tre anni. La morte di Luigi Tenco provocherà invece in lei un forte cambiamento, tanto da scegliere di dedicarsi allo yoga e allo studio di Sigmund Freud. Agli occhi della stampa è già diventata Santa Dalida, ma lei è ancora alla disperata ricerca di un equilibrio. Nonostante i viaggi in India e la volontà di proseguire a livello discografico, Dalida subirà ancora una volta un dramma: il suicidio dell’ex marito Lucien. Dieci anni dopo però diventa pioniera della musica disco e sbarca in America con un grande successo, grazie al brano J’attendrai. E quando tutto sembra ormai pronto perché possa voltare pagina, un nuovo suicidio. Quello di Richard Chanfray, suo compagno nei primi anni Settanta. “Perdonami, la vita mi è insopportabile”, scriverà nel suo biglietto d’addio nell’87, prima di chiudere gli occhi per un’ultima volta.