La grande farsa della missione Oms a Wuhan sta raggiungendo livelli da film comico, se non ci fosse dietro il più grande dramma della storia dai tempi della Seconda guerra mondiale. Dichiarazioni rilasciate da uno dei membri, il professor Peter Daszak in una intervista a Skynews, parlano della scoperta “di dati che nessuno aveva mai ottenuto fino ad ora”. Si domanda il professor Massimo Introvigne, sociologo, fondatore e direttore del Cesnur e del sito Bitter Winter, da noi intervistato, “quali dati si possono raccogliere in una ‘scena del crimine’ più di un anno dopo i fatti? Non sarebbe bastato recarsi sul posto neanche una settimana dopo”. Sempre secondo la commissione di “esperti”, che come più volte ha ricordato lo stesso Introvigne è manipolata al pari di gran parte dell’Oms stesso proprio dalla Cina, si starebbe indirizzando al grande mercato di animali selvatici di Wuhan: “Stiamo parlando con persone che hanno raccolto campioni dal pavimento del mercato che sono risultati positivi”. Ridicolo. La realtà cinese è ben altro, ci ha detto ancora Introvigne: “Stupri di massa nei confronti degli uiguri mostrati proprio in queste ore dalla Bbc grazie alla nostra collaborazione e infiltrazioni nel recente colpo di Stato in Birmania: il Covid è tutto fumo, con accuse pesanti anche all’Italia, per nascondere l’immenso lager a cielo aperto che è la Cina”.



Che ne pensa delle dichiarazioni degli esperti dell’Oms? Un anno dopo la diffusione della pandemia avrebbero trovato “elementi positivi al virus” nel pavimento del mercato di animali selvatici di Wuhan. Le pare possibile?

La presidenza Biden ha già detto che è una farsa, il laboratorio di Wuhan visitato adesso è stato ripulito e messo a posto da tempo, hanno avuto un anno per farlo. L’infezione, come ci siamo già detti, è presentata dall’Oms che è infiltrata e controllata dalla Cina stessa. Essendo l’Oms una struttura filo-cinese, hanno voluto intervenire per selezionare gli esperti che si sarebbero recati in Cina, ma anche il miglior esperto si sarebbe trovato in uno scenario ampiamente contaminato. Sulle scene del crimine bisogna arrivare il giorno stesso.



Stanno esaminando il mercato di animali selvatici. La cosa fa sorridere, non crede?

In realtà i cinesi tendono a dire sulla stampa che è arrivato cibo contaminato congelato dalla Norvegia e dall’Italia. Non ammettono neppure che in quel mercato siano stati venduti animali contaminati di provenienza cinese, la tesi ufficiale è che questo mercato vende prodotti provenienti da tutto il modo e quelli contaminati dal Covid venivano dall’estero.

La missione Oms si concluderà in Cina?

No, e questo è significativo. E’ previsto che andranno a  ispezionare altri paesi e i laboratori militari degli Usa, verranno in Italia a sequestrare le cartelle cliniche delle polmoniti di novembre, andranno in Norvegia a visitare i mercati del salmone. Vogliono distogliere l’attenzione dalla Cina.



La realtà è che la Cina sta affrontando tanti problemi: stanno facendo gran fumo con il Covid per nascondere ben altro?

In un documentario mostrato in queste ore sulla violenza sessuale ai danni delle donne uiguri della Bbc, a cui abbiamo collaborato come Bitter Winter fornendo materiale inedito, sono state intervistate alcune persone scappate in esilio: parlano di stupri di gruppo in pubblico e non di abusi occasionali, bensì di un sistema organizzato e voluto per spezzare la volontà delle donne. Questo ha portato a dichiarazioni di protesta, chiedendo una commissione di inchiesta dell’Onu. I cinesi uccidono senza dubbio tanti oppositori, ma la violenza carnale fa molta impressione. Al di là della pandemia queste rivelazioni li colpiranno, anche se ovviamente continueranno a dire che è tutto falso.

Si parla di complicità della Cina dietro il colpo di Stato in Birmania. Che ne pensa?

E’ possibile, anche se la Cina cerca di essere amica di tutti in Birmania. Tempo fa Pechino ha costruito un muro sul confine birmano, alcuni dicono per evitare che i dissidenti cinesi possano scappare, ma in realtà ci sono altre motivazioni.

Quali?

Tutta la zona di frontiera tra i due paesi non è controllata dal governo birmano, ma da milizie indipendenti filo-cinesi che creano situazioni di disagio nella popolazione, così molti birmani scappano in Cina, dove non sono desiderati. Ma è anche vero, in questa situazione di caos, in teoria controllata da milizie ultra-comuniste che impongono feroci persecuzioni religiose, anche anti-cattoliche, che ci sono missionari che riescono a operare portando cibo alla popolazione. La Cina ha paura che si infiltrino i cristiani. Un rapporto quindi complesso: da un lato, prova che la Birmania ha sempre votato contro le risoluzioni di critica alla Cina sulle violazioni dei diritti umanitari, dall’altro che queste milizie maoiste sono filo-cinesi, ma il controllo del territorio resta molto modesto, un autentico colabrodo. Può darsi che dal colpo di Stato la Cina speri in un maggior controllo di queste zone.

(Paolo Vites)

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