La metà degli italiani non è andata a votare o ha votato scheda bianca o nulla. Tutti i partiti sono sconfitti, l’Italia è a pezzi. Da qui bisognerebbe ricominciare. Non si farà.
Gli elettori hanno compreso la loro crescente irrilevanza, dice Germano Dottori. I partiti sono organi di potere volti a mantenere il loro potere, non altro, non a rispondere a esigenze della popolazione. C’è una crisi della democrazia che prova il valore di sistemi autoritari illuminati, che si propongono di ascoltare o accontentare i bisogni della gente. La democrazia si è rivoltata, ha trasformato il voto in un meccanismo disgiunto dal risultato pratico.
Il premier Mario Draghi è anche questo. Nasce dall’incapacità dei partiti di dare risposte e i partiti hanno subito, obtorto collo, l’arrivo di un tecnocrate competente e con i piedi per terra per rimettere in piedi le cose. Ma l’assenza di risposte continua a rimanere. Draghi non sarà eterno e cosa potrà esserci dopo? Dopo l’elezione del presidente della Repubblica a febbraio, che scuoterà tutti gli equilibri esistenti, che cosa succederà?
C’è una crisi profonda del sistema democratico italiano che deve essere affrontata per quello che è, altrimenti tutto crolla.
Il Pd ha vinto ma è vera gloria? Il Pd ha vinto perché è rimasto in piedi, perché ha individuato dei candidati che spesso non hanno entusiasmato, come Gualtieri a Roma, ma erano il meno peggio sul mercato del voto, mentre altri si sono sfracellati.
Il centrodestra ha partiti leaderistici che non sanno scegliere una squadra, non sanno fare squadra. Hanno sbagliato tutti i candidati, tranne in Calabria, dove in realtà non hanno scelto perché il territorio, con mille difficoltà, ha imposto la scelta al centro.
Ma il Pd non può nascondersi dietro la rovinosa rotta degli altri. Esso barcolla ed è in piedi solo perché gli altri hanno smesso di esistere.
I punti di riferimento per il futuro dell’Italia sono Sala a Milano, Occhiuto in Calabria. Vince chi governa bene, chi è ragionevole. L’Italia non vuole rivoluzioni, solo ordinaria amministrazione. Perché è così difficile dargliela?
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