L’alta marea straordinaria a Venezia, i ponti crollati o pericolanti in Liguria, le centinaia o forse migliaia di chilometri di strada a rischio sono la prova concreta che il governo non funziona. Non funziona oggi, ma certo non sta funzionando da molti anni.

Non funziona da molti anni perché naturalmente questi sono problemi vecchi, di gestione ordinaria trascurata e non mantenuta da decenni. È un problema di oggi perché oggi il governo dovrebbe chiamare all’emergenza nazionale, mobilitare ogni forma di iniziativa per affrontare questo sfarinamento fisico ma anche morale del paese, e invece fa poco e niente. Proclami di circostanza e poi una bella passeggiata in bicicletta nei corridoi della Pirelli.



Né l’opposizione di centrodestra fa di meglio, visto che poi governa Veneto e Liguria, le due Regioni più colpite, e quindi lì il problema è lo scaricabarile con il governo centrale.

Vista dalla Cina questo prova solo che il sistema deve crollare, non questo o quel ministro. In Cina “governo” si scrive con il logogramma . La parte a destra significa “terrapieno”, la parte a sinistra significa “acqua”. Cioè il terrapieno all’argine dell’acqua.



Governare quindi deriva dall’idea di mantenere gli argini dei fiumi e quindi assicurarsi che non ci siano piene devastanti, ma anche che l’acqua in momenti di scarsità non si disperda in una palude.

Per estensione oggi diremmo che la base del governo è la manutenzione delle opere e dei servizi pubblici: raccogliere la spazzatura, mantenere le scale mobili, fare arrivare gli autobus in orario eccetera. Oltre a questo poi ci sono le politiche di innovazione e sviluppo. Ma se l’esistente non è mantenuto tutto affoga.

Questo sembra stia accadendo ora in Italia e forse questo viene riflesso nei meccanismi controversi del Mes, il fondo salva-Stati. Il punto scottante del dibattito sembra essere che il Mes prevede aiuti a paesi dell’Unione in sofferenza condizionati dall’esigenza di ristrutturare il debito.



Questo mette l’Italia sotto schiaffo, poiché consentirebbe alla Ue di imporrebbe all’Italia la ristrutturazione del suo debito (il maggiore dell’Unione per percentuale e in cifre assolute) quasi “manu militari”. Questo è un abuso, per paesi normali in tempi normali.

Ma l’Italia è parte dell’euro e della Ue. Non ne può uscire perché significherebbe dimezzare e più la sua ricchezza, finora non si è adeguata alle regole, non riesce a mantenere neppure i suoi ponti, i suoi tesori come Venezia… e quindi arriva il Mes. In altri tempi sarebbero scesi i lanzichenecchi.

La colpa della situazione è però dei lanzichenecchi, della pioggia che insiste a battere sulle strade, delle maree che seguono la Luna, del Mes o dell’Italia?

Certo è dell’Italia e le polemiche da stadio “Mes sì Mes no”, come se si fosse a tifare Milan-Inter, convincono sempre di più il mondo che il paese è fuori controllo, non ragiona e ci vuole la camicia di forza. Nessuno del resto al mondo oggi può pensare di fare da solo, non riescono a farlo Donald Trump in America o Xi Jinping in Cina, può farlo qualcuno in Italia?

Così, vista da fuori, l’Italia come non mai pare un paese che nel corso degli anni è scivolato sempre di più in sé stesso fino a perdere il senso della realtà globale. Cosa potrà restituirglielo? Senza un recupero di questo senso di realtà tutto pare vacuo.