Nino Di Matteo, un magistrato di grande importanza, ha accusato il ministro Alfonso Bonafede (M5s) di avere subito ricatti dalla mafia. L’accusa è gravissima, perché significa che la mafia è in grado di dettare nomine che influiscono direttamente sulla vita dei suoi uomini in carcere.
Cioè a dire che la mafia si è infiltrata nel partito più pulito del paese, quello che ha avuto un terzo dei voti alle ultime elezioni gridando onestà-onestà, e manipola il ministro competente, quel Bonafede che ha portato poi il suo professore Giuseppe Conte a fare il premier.
Oppure non è così, e il magistrato è pazzo o è impazzito, non sa quel che dice, e con la smania di vedere la mafia dappertutto sta calunniando un ministro integerrimo per gelosie e ambizione. Perché del resto Di Matteo ha aspettato due anni per presentare accuse così pesanti?
Oppure ancora c’è una terza storia, cioè che la politica si sta sciogliendo e così sta accadendo alla magistratura? E la lambiccata vicenda della trattativa stato-mafia non è mai stata davvero chiusa e questa è l’ultima sua puntata?
In questi giorni Bonafede ha respinto le accuse e Di Matteo le ha ribadite in uno spaventoso faccia a faccia istituzionale dove il cittadino per bene non sa cosa pensare e dove le istituzioni finiscono per disintegrarsi. Tutto sotto l’ombra del mostro che perseguita l’Italia: la mafia.
Viste dall’estero le vicende lombarde del coronavirus sono tragiche, quelle dei flirt romani con i cinesi per il 5G sono esoteriche. In fondo, però, le une e le altre sono condivise da mezzo mondo. Ma la mafia, quella è pura storia italiana.
La mafia in Italia oggi è ancora importante o meno? Ora in Italia ci sono circa 200 omicidi all’anno, come ha spiegato il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi nella sua relazione per l’apertura dell’anno giudiziario, la maggior parte in famiglia. Un tempo c’erano oltre mille omicidi solo in Sicilia. Allora la mafia era forte; è forte anche adesso?
Si sono trovati i rifugi dei mafiosi nelle montagne, nelle grotte, in casolari abbandonati. I capi mafiosi vivono nascosti, spaventati. Un tempo ostentavano in piazza, pubblicamente, il loro potere. Qualcosa quindi è stato fatto, la vecchia guerra è stata vinta. Poi ce ne sarà un’altra, ma intanto i mafiosi stanno nascosti e non ammazzano più come prima.
Quindi che cosa sta succedendo per evocare invece la forza della mafia? È la confusione dove la mafia è nata e cresciuta?
Qui tutto si confonde. Si tratta di un problema vero di mafia, oppure si cerca di risolvere un conflitto politico per via giudiziaria? O si parla di un problema di carriera per via politica?
Con il senno di poi, se all’inizio di Mani Pulite la vecchia classe politica, gli Andreotti, i Craxi avessero fatto un passo indietro, forse i processi si sarebbero fermati e la politica italiana non sarebbe degenerata.
Le questioni vere che minacciano il paese sono due. C’è la minaccia americana di espellere l’Italia dalla Nato, espressa dal segretario alla Difesa Mark Esper. Essa ha implicazioni di difesa, sicurezza interna e sostenibilità del debito. Senza la Nato l’Italia non ha copertura di difesa e di intelligence: il primo pirata libico potrebbe assaltare le coste della Calabria o fare un attentato a San Pietro. Allo stesso modo, gli interessi sui circa 2.500 miliardi di debito italiano comprati a New York andrebbero alle stelle.
Poi c’è l’economia, con il Pil del 2020 che potrebbe registrare un 10% in meno: l’Italia balzerebbe indietro ai livelli economici degli anni 90. Trent’anni di sviluppo economico vanno in fumo.
In queste condizioni, viste da fuori le polemiche fra Di Matteo e Bonafede paiono surreali, un duello all’ultimo sangue sulla tolda del Titanic che affonda.
A questo punto il garbuglio diventa incomprensibile da fuori. I duellanti sono pazzi, semplicemente, incoscienti della realtà che li circonda e in fondo ininfluenti rispetto ad essa? Oppure il Titanic Italia affonda perché i due, invece di fare il loro dovere sulla nave, litigano in pubblico? O i due sono gli Schettino di turno che con la sceneggiata di un litigio fuggono e lasciano i passeggeri ad affogare?
Da fuori non si capisce, ma si capisce il caos che strangola l’Italia.