Dopo settimane se non mesi di polemiche crescenti e feroci i capi del Movimento a 5 Stelle, Giuseppe Grillo e Giuseppe Conte, si sono ritrovati a pranzo e si sono mostrati giovedì 15 luglio felici, insieme, come se nulla fosse accaduto.

Questo da un punto di vista pratico, per la stabilità immediata degli equilibri di governo, è una fortuna. Elimina la frattura del partito di maggioranza relativa in parlamento e quindi ridà stabilità all’esecutivo in un momento estremamente delicato del paese.



Ma la foto “come se nulla fosse”, “ci siamo sempre amati” di Grillo e Conte apre problemi molto più grandi, di identità profonda per chi ascolta e osserva.

Le parole hanno un peso? Se gli attacchi al fulmicotone di un giorno sono la familiarità di un altro, come ci può fidare delle parole? La pace di oggi è vera o sono vere le liti di ieri? O entrambe sono false? E che cos’è successo e cosa sta succedendo?



Se le parole sono niente, siamo oltre le fake news. Va bene quando le tv imitano i litigi casalinghi tra moglie e marito con spettacolini artefatti su un palcoscenico di protagonisti supertruccati. Sono momenti in cui le persone coinvolte, si sa, non intendono quello che dicono, danno voce e suono a rabbie, frustrazioni interne che noi stessi non comprendiamo e si lanciano parole per non lanciare piatti.

Ma quando queste dinamiche non significanti arrivano alla politica, come si fa a prendere sul serio la lite e poi la pace e poi tutto quello che verrà dopo? E se lo schema è la baruffa familiare, qual è il non-detto tra Grillo e Conte? Chi comanda davvero i 5 Stelle? Prevale l’enunciazione profetica di Grillo o la puntigliosità leguleia di Conte? Questo non può essere risolto a tarallucci e vino.



Ma poi all’Italia di tutto questo cosa dovrebbe importare? Che rapporto ha questo con la realtà? Il governo è nel mezzo di una difficile lotta al contagio complicato per mille ragioni, non ultima la comparsa di nuove varianti della malattia. Inoltre si devono varare riforme che dovrebbero cambiare radicalmente la struttura dello Stato e che quindi cambieranno la vita degli italiani in futuro. Dopo la lite-pace-lite dei due Giuseppi qualunque cosa il M5s abbia da dire su questo diventa insignificante, nel senso letterale: non ha significato.

Si ritorna qui alla pietra angolare della filosofia cinese. Diceva Confucio: “mingzheng yanshun”, le parole siano appropriate e il discorso sarà lineare. Le parole possono essere poi rettificate, quando non si intende quello che si dice, ma questo comunque va chiarito, reso pubblico.

Se ciò non avviene si è nella follia, e ciò se non contenuto e controllato porta all’impazzimento generale. Ciò significa in termini pratici l’allontanamento continuo e radicale delle dinamiche della politica italiana da quelle della politica nel resto del mondo. Questo comporta che prima o poi il mondo, stufo delle follie italiane, farà pagare al paese ogni conto passato, più gli interessi.

In termini più diretti, la lite-pace-lite sta allontanando ulteriore gradimento popolare dal M5s, ridotti oggi all’ombra di sé stessi. Questo rende ancora più illegittimo un parlamento in cui i 5 Stelle hanno un terzo della rappresentanza e avranno una voce enorme nella scelta del prossimo presidente della Repubblica.

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