Dopo il vacuo e falso incoraggiamento di un anno e mezzo fa “andrà tutto bene”, l’Italia con le manifestazioni di sabato si è svegliata all’amara realtà che il combinato disposto di Covid e nuova guerra fredda manderà – come si dice talvolta nel Belpaese – tutto a schifio.

Le violente proteste sono infatti la punta dell’iceberg di quel 50% che non ha votato alle amministrative di pochi giorni prima.



La risposta di tutti partiti non è sufficiente. Essa semplicemente non è articolata, coinvolgente, ma fatta solo di slogan. Dove sono le analisi complicate, ma attraenti, interessanti, controverse della prima guerra fredda? Anche allora la gente protestava, ma votava, riempiva i dibattiti.

Oggi il vociante no vax, sì vax, no-sì… qualunque cosa, sono supplenze orali, echi vocianti degli assordanti fischietti, dichiarazione di voler occupare la scena con qualunque cosa che non sia una conversazione da presentare o ascoltare. Oggi, in questa folle, profondissima crisi spirituale prima che politica, invece di dibattere si urlano slogan o – ancora meglio – si mangia o si parla di cucina, come spiega lo psicologo Pietro Bonanno.



Ai partiti servono al più presto risposte articolate per riprendere contatto con la maggioranza degli italiani e isolare i folli. Serve far partire subito le opere del Pnrr, perché l’economia è in ripresa, ma non per tutti. In Italia, come diceva Franco Bernabè oltre un anno fa, ci sono solo dieci-venti grandi aziende di Stato in grado di realizzare presto un’opera, come prova l’esempio di Fincantieri con il ponte Morandi. Inoltre bisogna ricordare che siamo in un tempo speciale, di guerra, anche se non arrivano gli unni con le sciabole a massacrare la gente.

C’è da avere riserve sui vaccini? Certo, ma non si è in condizioni normali. La Norvegia e la Danimarca sono completamente vaccinate e sono tornate alla normalità. Se l’Italia vuole tornare alla normalità, completi la vaccinazione. Se non ci si vaccina, il virus forse si rafforza, e se arriva una nuova ondata bisognerà di nuovo chiudere, ma stavolta non ci saranno più soldi per aiuti o altro. A quel punto non andrà tutto bene, andrà tutto male, come la superficialità e l’irresponsabilità del 2020 dimostrano.



Inoltre, ciò non avviene in un periodo di pace mondiale. Né l’orizzonte è più l’Europa, ma un mondo in grande subbuglio. La seconda guerra fredda prende sempre più forma, ma l’Italia continua a far finta che non ci sia. Come la prima guerra fredda, anche la seconda è entrata nelle ossa dell’Italia, ma finora l’Italia sembra non accorgersene.

Questo terribile clima esterno entra in circolo vizioso con il clima interno. Il risultato è imprevedibile. Di certo questo Parlamento non riesce a reggere dopo l’elezione del presidente a febbraio. I parlamentari vogliono lo stipendio? Di questo passo metà dell’Italia vorrà la loro pelle. Per salvarsi essi dovranno presto rinunciare a poco per non perdere molto, o forse anche troppo.

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