Un premier non eletto decide di saltare il dibattito in Parlamento e convocare persone scelte da lui per stabilire la politica economica. L’Italia è già fuori dalla democrazia?
Il Parlamento dovrebbe impedirlo e ribadire la propria centralità, ma finora non lo ha fatto. Se non lo farà, nei fatti dimostrerà di essere già superfluo, avallando una mutazione del potere che da un lato avviene perfettamente entro i limiti della lettera della Costituzione, ma nei fatti stravolge lo spirito della legge fondante dello Stato che affida al Parlamento un ruolo centrale.
La decisione fa il paio con i risultati della commissione dell’ottimo Vittorio Colao. È un piano tecnico fatto da un tecnico, ed è tutto ottimo. Volutamente o meno, non è un piano politico.
Qui i nodi sono due.
O si vuol mettere in moto rapidamente l’economia, e allora vale quello che scriveva Francesco Giavazzi sul Corriere della Sera: si sblocchino i cantieri e si semplifichi la burocrazia, e il premier tenga conto dei progressi che si fanno.
Oppure c’è un progetto politico più ampio, e allora non si dica semplicemente “il ponte sullo stretto”, progetto vecchio quanto i mostri di Scilla e Cariddi, ma si spieghi cosa l’Italia deve fare in questo mondo, qual è o può essere la sua posizione in futuro.
Mancando tutto questo gli Stati generali sono di fatto un elemento eversivo della Costituzione, come del resto lo furono quelli francesi della fine del 700.
Si può anche essere d’accordo sul fatto che serve un cambiamento rivoluzionario, che il Parlamento così com’è non funziona al punto tale da dover essere scavalcato. Ma queste sono temi importanti che vanno discussi apertamente e non di contrabbando.
Il Parlamento non funziona, va scavalcato? L’Italia non gira, va cambiata radicalmente? Benissimo! Si discuta di cosa e come dovrebbe essere cambiato.
Oppure – ancora – senza questo dibattito si rischia di arrivare al paradosso che per salvare l’Italia si deve saltare lo stesso Parlamento. Cosa che può essere legittima: in Italia lo si è già fatto con risultati alterni, bene con Ciampi, forse meno bene con Monti.
Il Conte 2 si è quindi già trasformato in Conte 3, capo di un governo tecnico? Di nuovo, può essere legittimo, ma anche questo non dovrebbe passare attraverso una scelta pubblica e condivisa?
Sono domande autentiche dove la forma è sostanza. In termini brutali, una violenza carnale comporta una penetrazione così come può farlo un rapporto amoroso. Ma la differenza delle due forme è abissale. Quindi, con grande umiltà, si chiede: cosa sta succedendo?