Quasi tre punti in più rispetto alle europee in sole tre settimane. Ma è l’affluenza (europee 51,49%, legislative 66,7%) a scavare un abisso tra le due consultazioni. Il Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella si è aggiudicato il primo turno delle elezioni legislative francesi con il 33,15%, facendo tremare il presidente Macron (il suo “Campo presidenziale” si è fermato al 20,76%) e la sinistra del Nouveau Front Populaire (28,14%).
Il primo turno ha consentito di attribuire soltanto un numero limitato di seggi, lontanissimi dalla maggioranza assoluta (289) che serve per governare. Tutti gli occhi sono dunque puntati sul secondo turno e sugli accordi di desistenza tra liberali e sinistre per tentare di convogliare gli elettori sul voto “utile” a fermare l’avanzata di Le Pen e Bardella. È lo spirito del “blocco repubblicano” auspicato dal presidente, una diga che però si conferma vuota di contenuto politico, se non quello di evitare l’avanzata della destra. Un “gioco” che molti elettori del primo turno hanno nettamente rifiutato.
“Rappresentiamo la chiarezza senza ambiguità e la trasparenza totale, a differenza della sinistra: tra Mélenchon e Glucksmann del PS non c’è alcun legame, se non la lotta per il potere”, afferma Marianna Rocher, esponente del RN. Rocher è responsabile per il RN dell’ottava circoscrizione (voto estero degli elettori che risiedono nei Paesi del Mediterraneo).
Il presidente Macron ha sciolto l’Assemblea per arrivare a “un momento essenziale di chiarimento”. Il chiarimento c’è stato: cosa ci dice?
I francesi hanno espresso i loro voti e 38 deputati del RN sono stati eletti sin dal primo turno. Il tasso di partecipazione è stato estremamente alto tra Francia comunitaria ed ex colonie (Martinica, Guadalupa, etc., nda) raggiungendo il 66,7%. Questo tasso di partecipazione non è più stato raggiunto dal 1997.
Secondo lei come si spiega un’affluenza così alta anche all’estero?
I francesi all’estero normalmente non hanno la nostra stessa percezione del paesaggio politico francese e continuano a votare per il partito di Macron, che però adesso è alla fine del suo ciclo. Infatti ha preso pochissimi voti rispetto ad altre tornate elettorali. Poco a poco, questa tendenza cambia anche per i francesi espatriati, dove il RN ottiene il terzo posto. La prossima settimana, nella notte tra il 7 e l’8 luglio, conosceremo la configurazione finale. Sarà un momento storico per il nostro Paese.
RN al 33,15% e NFP al 28,14%. È una vittoria, la vostra, superiore a quella delle europee, ma la sinistra rimane molto forte. Cosa intendete fare per vincere?
Noi, Rassemblement National, siamo la voce del popolo francese. Rappresentiamo la chiarezza senza ambiguità e la trasparenza totale, a differenza della sinistra che ha riunito tutti i partiti con idee completamente divergenti: tra Mélenchon e Glucksmann del PS non c’è alcun legame, se non la lotta per il potere. La sinistra non si preoccupa affatto del popolo francese. A sinistra c’è un fronte molto frastagliato, con ideali molto diversi tra loro, e dunque qualora dovessero andare al potere ci potremmo trovare con una vera e propria paralisi del Paese. In una parola direi che siamo di fronte ad una specie di “Frankenstein” della politica.
Come fa a dirlo?
Sarò lapidaria: l’alleanza della sinistra e di Macron si forma solo per impedire al Rassemblement National di vincere!
“Ci sono ancora sette giorni per evitare che questo accada” ha dichiarato Le Maire. Quale sarà l’efficacia di questo appello in una società così divisa come la società francese?
Guadagneremo la maggioranza, perché offriamo soluzioni chiare e inequivocabili. Il popolo francese è stanco di vivere nel caos e nell’ipocrisia delle politiche attuali. È stanco delle false promesse di Macron, delle tasse oppressive e dell’insicurezza che regna nelle nostre strade. L’odio e il disordine seminati dalla sinistra hanno raggiunto un punto di non ritorno. Il RN propone un vero cambiamento, con soluzioni concrete e trasparenti per ripristinare l’ordine, la sicurezza e la dignità in Francia.
Il funzionamento del blocco anti-Le Pen richiede innanzitutto che il secondo e il terzo candidato – socialista o macroniano – si ritirino, ma soprattutto, che gli elettori votino per il candidato designato. La prima cosa è più semplice, ma la seconda è difficile da prevedere. Cosa ne pensa?
Ho già risposto a questa domanda. Le alleanze sono state create, ma sono alleanze improbabili, la loro ipocrisia è totale. Ad esempio, il FP ritira il suo candidato a favore di Elisabeth Borne, l’ex primo ministro macroniano. Tuttavia, durante il periodo in cui era in carica, tutte le leggi sono state approvate con l’articolo 49.3 perché proprio Mélenchon era tra i più grandi oppositori del governo.
Ma chi sono gli elettori che non hanno votato per il RN al primo turno e potrebbero farlo il 7 luglio?
Non c’è più scelta: la destra o la sinistra. Tutti i partiti di destra sono riuniti. Zemmour chiede ai suoi elettori di votare per RN, e Bellamy dei LR fa lo stesso. O bianco o nero.
Che cosa farà il RN se il 7 luglio avrà solo la maggioranza relativa? Il RN ha fatto sapere di essere pronto a governare anche senza maggioranza assoluta.
Vedremo i risultati. Tutte le decisioni verranno prese a tempo debito.
Per molti media, anche italiani, il RN è un partito di “estrema destra”. È una definizione che sentite come vostra?
Rassemblement National non è un partito estremista. È un partito di destra, un partito del popolo che difende la nostra identità, sostiene la nostra agricoltura e difende l’influenza della Francia nel mondo.
(Federico Ferraù)
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