STOCCARDA – Ha fatto discutere in Italia il gesto del deputato Piero Fassino (Pd), che ha mostrato alla Camera il cedolino da 4.718 euro. Un coup de theatre per dire che l’indennità dei parlamentari è certamente “una buona indennità, ma non è uno stipendio d’oro”. Quello che Fassino intendeva dire è che c’è gente al mondo che guadagna molto più di lui: Fassino non compare nella classifica di Forbes, accanto a Jeff Bezos ed Elon Musk (la retribuzione media annua lorda per dipendente degli italiani, secondo i dati Istat, è pari a 28.781 euro).
L’uscita di Fassino ha stimolato la fantasia contabile di diversi giornalisti, che hanno fatto i conti in tasca ai parlamentari. Secondo Il Sole 24 Ore, all’indennità parlamentare (fra 4.750 e 5.000 euro netti al mese), vanno sommati il rimborso delle spese di soggiorno a Roma (3.500 euro), la metà del rimborso delle spese per l’esercizio del mandato (3.690 euro), il rimborso per trasporti e viaggi (circa 1.300 euro) e altre voci minori. La dichiarazione dei redditi (pubblica) dell’onorevole Fassino riporta per il 2022 un reddito da lavoro dipendente di 159.874 euro.
Pensavamo che questi conteggi dal retrogusto anti-politico fossero un hobby perlopiù italico, ma con la crisi economica incombente il tema comincia ad appassionare anche i tedeschi. Il quotidiano FAZ (Frankfurter Allgemeine Zeitung) ha dedicato un articolo agli stipendi dei membri del Bundestag. Lo stipendio dei parlamentari, chiamato “dieta”, è pari a 10.600 euro lordi al mese, con un netto non molto dissimile da quello delle controparti italiane, a cui si aggiungono un’indennità forfettaria esentasse e una somma per coprire i costi sostenuti.
Oltre allo stipendio, i membri del Bundestag hanno beneficiato di quasi 20 milioni di euro di extra guadagni, ottenuti attraverso discorsi, libri o partecipazioni aziendali. La classifica è guidata da Markus Herbrand (FDP), che l’anno scorso ha guadagnato 3,2 milioni di euro con attività di consulenza (circa il 15% del reddito aggiuntivo totale dell’intero Bundestag). Seguono Sebastian Brehm (CSU) con 2,7 milioni, Alexander Engelhard (CSU) con 1,7 milioni e Thomas Heilmann (CDU) con 1,2 milioni.
Al sesto posto spicca la dichiarazione dei redditi extra della deputata Sahra Wagenknecht, appartenente al partito comunista “Die Linke”: 793.000 euro, in gran parti derivanti, sempre secondo FAZ, dai proventi del suo libro-manifesto “I moralmente superiori: il mio controprogramma per l’interesse comune e la coesione”. Wagenknecht non rappresenta peraltro un caso isolato: i parlamentari di “Die Linke” si piazzano al secondo posto per valore medio delle entrate extra, secondi solo ai colleghi di “Alternative für Deutschland”.
Il deputato Matthias Miersch (SPD) sgombra il campo dalle (potenziali) polemiche legate agli alti redditi dei membri del Bundestag. “Secondo me, essere politicamente attivi richiede sempre un certo grado di indipendenza. Più di 20 anni fa ho costruito una carriera come avvocato. Voglio continuare a esercitare la professione, anche perché non posso prevedere quanto durerà il mio incarico parlamentare”. L’indipendenza economica, sottolinea peraltro Tagesschau, non comporta necessariamente l’indipendenza politica.
Germania e Italia sono accomunate anche dalle recenti bizze del meteo. Il ministro della Sanità Karl Lauterbach aveva twittato a luglio: “Arrivato oggi a Bologna Italia, ora si parte per la Toscana. L’ondata di caldo qui è spettacolare. Se le cose continuano così, l’Italia non avrà futuro come luogo di vacanza. Il cambiamento climatico sta distruggendo l’Europa meridionale. È la fine di un’era”.
Le esternazioni di Lauterbach non incontrano il favore delle opposizioni. “Indipendentemente dal fatto che si tratti di Corona o del clima, Karl Lauterbach sceglie sempre un tono allarmista per ricevere la massima attenzione”, afferma Tino Sorge (CDU). Lauterbach starebbe cercando di sfruttare la situazione per pubblicizzare le sue misure di protezione dal calore proposte di recente (forse con l’obiettivo strategico di introdurre la siesta pomeridiana).
Le ondate di calore non sono peraltro l’unico rischio. Dopo il bombardamento di grandine su Lombardia e Veneto, la stessa sorte è toccata anche a Reutlingen, nel Bundesland del Baden-Württemberg. I chicchi di grandine, con diametro fino a due centimetri, hanno dipinto un paesaggio invernale sulla città, allagando le strade e intasando anche le fognature. Secondo le autorità, lo strato di grandine nel centro della città era alto 30 centimetri. Mancano solo i tornados e il quadro è completo.
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