STOCCARDA – È terminata la settimana di protesta stile “gilet jaunes” degli agricoltori tedeschi. Il motivo scatenante è riconducibile alla cancellazione dei sussidi per il cosiddetto “Agrardiesel”, il carburante diesel utilizzato in agricoltura. Un altro punto dolente è l’escalation della burocrazia: “Dobbiamo registrare, ri-registrare, mantenere i database. Sono sempre di più”, si lamenta Andreas Puckert, agricoltore di Saerbeck intervistato da Tagesschau.



Continuano nel frattempo i problemi e gli scioperi nel settore del trasporto ferroviario. Il tema è stato sviscerato in un dibattito su ZDF orchestrato da Markus Lanz, dal titolo “Ne abbiamo abbastanza degli scioperi delle ferrovie?”. A quanto pare i dirigenti della Deutsche Bahn avrebbero percepito un bonus, a dispetto della situazione, diciamo non ottimale, del servizio. Il premio sarebbe stato concesso ai manager per aver promosso la partecipazione femminile e avere aumentato la soddisfazione dei lavoratori in generale. La soddisfazione dei clienti non rientra evidentemente nei criteri di merito. E anche i macchinisti non sembrano del tutto soddisfatti, visto che scioperano per ottenere un aumento di stipendio.



Secondo un sondaggio citato dal commerciante di whisky nonché youtuber Horst Luning, il 65% dei cittadini sarebbero solidali con le proteste. Potrebbe sembrare curioso, dal momento che gli agricoltori, a differenza dei normali cittadini, ricevono dei sussidi dall’Unione Europea, finanziati con le tasse dei cittadini stessi. Tuttavia, sempre secondo Luning, i sussidi andrebbero in gran parte a finanziare istituzioni politiche agricole. Agli agricoltori restano le briciole, poche migliaia di euro, che servono per pagare il commercialista che serve per districarsi nella burocrazia necessaria per ottenere gli incentivi stessi.



Insieme alla burocrazia, un altro tema caldo nel dibattito politico è rappresentato dall’immigrazione. Secondo l’agenzia di giornalismo investigativo Correctiv, esponenti del partito AfD (Alternative für Deutschland) avrebbero organizzato un incontro segreto per discutere di un presunto “Masterplan” per l’espulsione di milioni di persone dalla Germania. L’incontro avrebbe avuto luogo a novembre presso un hotel vicino a Potsdam. Al centro dell’incontro un concetto proposto da Martin Sellner, leader del movimento identitario austriaco, che prende il nome di “remigrazione” e prevede l’allontanamento dalla Germania di persone con background migratorio.

Oltre a Sellner, all’incontro avrebbero partecipato Roland Hartwig, referente personale della leader AfD Alice Weidel, e Hans Christian Limmer, ex proprietario della catena di panini “Backwerk” (peraltro molto apprezzata anche dal sottoscritto). I membri del consiglio direttivo dell’AfD non hanno voluto commentare la notizia, ma il contratto con Hartwig è stato terminato. Evidentemente i leader di AfD fiutano la possibilità di arrivare al governo (perlomeno a livello regionale) cavalcando il malcontento popolare e non vogliono spaventare gli elettori con iniziative che evocano ricordi traumatici.

Ma le cose vanno davvero cosi male? Notizie in chiaroscuro provengono dal settore automotive. La Cina si avvia a diventare (se non lo è già) il primo Paese esportatore di autoveicoli al mondo, con BYD in pole position. Secondo la CPCA (China Passenger Car Association), il Regno di Mezzo avrebbe esportato nel 2023 5,26 milioni di veicoli, per un valore totale di 102 miliardi di dollari (+56% rispetto al 2022). L’exploit è stato trainato dai veicoli elettrici, settore in cui la Cina è ormai leader mondiale.

La minaccia che incombe sull’industria tedesca non sembra per ora avere effetti sui bilanci. Nel 2023, BMW ha registrato un nuovo record di vendite, consegnando un totale di 2.555.341 veicoli (+6,5%). Nel quarto trimestre, le vendite del Gruppo BMW sono salite a 718.778 unità, con un aumento del 10,3% rispetto all’anno precedente. Jochen Goller (membro del Board di BMW) ha sottolineato la crescita della componente elettrica nel 2023, che ha raggiunto l’obiettivo prefissato, pari a 15% del totale. Nel settore top di gamma lo scettro continua peraltro a essere di Mercedes. Mala tempora currunt, insomma, ma non più di tanto.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI