STOCCARDA – Il Pil tedesco nel quarto trimestre del 2023 ha fatto registrare una flessione dello 0,4% anno su anno e dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Lo scorso anno si è chiuso, quindi, con un calo del Pil dello 0,3%. Anche il futuro non appare particolarmente roseo. L’indice IFO sulla fiducia delle imprese è sceso a 85,2 punti a gennaio, in calo rispetto agli 86,3 punti di dicembre. Le aziende valutano negativamente la situazione attuale e anche le aspettative per i prossimi mesi sono improntate al pessimismo.
Il settore manifatturiero viaggia in controtendenza: le aziende sono piuttosto soddisfatte della situazione, anche se il portafoglio ordini continua a ridursi, ma meno rapidamente che in passato. Il sentiment economico nel settore dei servizi è invece negativo: le aziende di servizi sono molto insoddisfatte del loro portafoglio ordini. Nel commercio, l’indice è sceso al livello più basso da ottobre 2022, sia per i grossisti che per le vendite al dettaglio. Nel settore delle costruzioni, il barometro è in continuo calo, zavorrato dal costo del denaro che prima o poi dovrebbe scendere ma non si sa quando.
Il direttore dell’IFO Clemens Füst ha esposto la sua valutazione sulla congiuntura in un paio di interviste a Handelsblatt e Deutsche Welle. Se l’industria manifatturiera sembra essere in fase positiva, Füst mette in evidenza l’incertezza che aleggia sull’industria automobilistica, alle prese con cambi tecnologici e concorrenza intercontinentale. Il commercio continua a sottoperformare, nonostante gli aumenti salariali, negoziati dai sindacati per compensare l’inflazione. La crescita per il 2024 sembra destinata a raggiungere lo “schwarze Null”, con il rischio di sconfinare in territorio negativo.
La situazione geopolitica resta complessa. Le scorribande degli Houthi potrebbero avere ripercussioni sulle catene logistiche, anche se al momento non sembra esserci un impatto significativo. Il Governo viene accusato di non disporre di una strategia energetica convincente, contribuendo in tal modo al clima di insicurezza economica. D’altra parte occorre riconoscere, sottolinea Füst, che le catastrofi annunciate allo scoppio della guerra russo-ucraina (Pil -20%, niente riscaldamento, ecc.) non si sono verificate, anche grazie all’azione del Governo.
Nel frattempo, i forconi sono in agitazione in quel di Monaco. Il 28 gennaio si è svolta una manifestazione con circa 10.000 partecipanti, al grido “il ceto medio si ribella”. La dimostrazione ha coinvolto agricoltori, ristoratori, artigiani e trasportatori, che hanno esternato la propria insoddisfazione riguardo a burocrazia, tagli alle sovvenzioni per gli agricoltori e ritorno dell’aliquota Iva del 19% (per i ristoratori). Markus Huber, uno degli organizzatori della protesta, ha espresso la richiesta di un maggior coinvolgimento delle categorie nelle scelte politiche, sottolineando che la Germania ha un problema di spesa, non di entrate.
La tensione sulla Theresienwiese (il prato dell’Oktoberfest) è aumentata durante un dibattito sull’immigrazione, sussidi per richiedenti asilo e aumenti delle tasse per i cittadini. Alcuni partecipanti hanno espresso a gran voce il loro dissenso verso la stampa, definita “Lügenpresse” (stampa bugiarda). Un oratore ha definito la copertura mediatica delle proteste contro l’estremismo di destra come “propaganda filogovernativa”: i partecipanti erano persone comuni della classe media, senza infiltrazioni indesiderate di frange estremiste.
Mentre il ceto medio si ribella, le élites sono in altre faccende affacendate. Il gigante del software SAP ha annunciato una ristrutturazione su larga scala (8.000 posti di lavoro) per liberare risorse da dedicare allo sviluppo dell’Intelligenza artificiale. L’operazione coinvolgerà sedi in tutto il mondo, con l’obiettivo di un ridimensionamento socialmente responsabile, senza licenziamenti per motivi aziendali in Germania, come dichiarato dal CEO Christian Klein, durante la conferenza stampa annuale a Waldorf.
Poiché l’azienda continuerà contemporaneamente a investire e ad assumere in settori strategici, il numero totale di dipendenti dovrebbe rimanere stabile intorno a alle 107.000 unità. I profitti attesi e l’ottimismo dimostrato dal management per i prossimi anni hanno avuto un riscontro positivo in borsa, con il prezzo delle azioni che ha registrato un nuovo massimo.
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