Crisi non scaccia crisi: mentre l’economia tedesca è ancora sotto l’influsso dalle conseguenze della pandemia, anche la guerra in Ucraina contribuisce a rallentare la ripresa economica. Secondo le nuove previsioni economiche dello “Institut der deutschen Wirtschaft”, il Pil crescerà solo dell’1,75% nel 2022. Le cause del rallentamento sono da ricondurre alle strozzature logistiche, alle interruzioni della produzione, all’aumento dei prezzi e a un’ampia gamma di incognite macroeconomiche e geopolitiche. Lo stesso istituto prevede per il 2023 un aumento del Pil pari al 2,75%, a condizione che le incognite suddette si risolvano in senso positivo.
Le previsioni dell’IFO (Institut für Wirtschaftsforschung) sono invece più ottimistiche e articolate in due scenari. Lo scenario di base presuppone un aumento solo temporaneo dei prezzi delle materie prime, carenza di offerta e incertezza generale. Nello scenario alternativo, la situazione è destinata a peggiorare, per poi migliorare gradualmente nella seconda metà dell’anno. Sulla base di queste ipotesi, l’istituto stima per il 2022 una crescita del Pil del 3,1% (scenario di base) o del 2,2% (scenario alternativo), in netto ribasso rispetto alle ultime previsioni (3,7%). Nel 2023 la crescita dovrebbe attestarsi su un valore di 3,3% (scenario base) o di 3,9% (scenario alternativo).
Il Geschäftsklimaindex (indice del clima di business) ha fatto invece registrare un aumento. L’indice IFO è salito a 93.0 punti a maggio, dal valore di 91.9 punti (destagionalizzato) di aprile. Le aziende sembrano essere più soddisfatte della situazione attuale, mentre riguardo al futuro permane un certo scetticismo. Nonostante i timori per inflazione, carenza di materiali e guerra in Ucraina, l’economia tedesca si sta dimostrando solida: non ci sono, al momento, segnali di recessione.
Buone notizie anche dal mercato del lavoro. Secondo la Bundesagentur für Arbeit, la disoccupazione e la sottoccupazione sono nuovamente diminuite ad aprile, rispetto a marzo e rispetto all’anno precedente. Le conseguenze della pandemia si sono tradotte in un aumento della disoccupazione di lunga durata, ma la domanda di lavoro dipendente si mantiene su livelli elevati.
Anche la guerra in Ucraina è destinata ad avere ripercussioni sul mercato del lavoro tedesco. Molti profughi stanno arrivando in Germania, in cerca di protezione e di occupazione. Le aziende dovranno fare ricorso al lavoro a orario ridotto, a causa della mancanza di forniture dall’Ucraina o dalla Russia. L’entità degli effetti non è tuttavia prevedibile al momento, e potrà essere valutata solo nei prossimi mesi.
Anche il barometro occupazionale dell’IFO registra un incremento. Sono in particolare le aziende nel settore della meccanica e dell’elettronica a essere alla ricerca di personale. Per i fornitori di servizi, l’indicatore ha toccato il valore più alto da ottobre 2018. I settori del turismo e della ristorazione cercano urgentemente addetti per coprire la domanda in ripresa dopo la pandemia. La propensione ad assumere rimane invece piuttosto debole nel commercio e nell’edilizia.
La situazione rimane quindi sostanzialmente positiva: l’economia tedesca dimostra ancora una volta resilienza e capacità di sopravvivere alle crisi. Come però ha fatto rilevare il Prof. Stefan Fröhlich dell’Università Erlangen Nürnberg, intervistato su Phoenix il 23 maggio, la Germania non è isolata dal resto del mondo: una situazione globale in deterioramento (il professore fa riferimento all’aumento dei debiti sovrani) non potrà non avere ripercussioni anche sulla prima economia europea.
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