DA STOCCARDA – Le forze armate ucraine hanno ricevuto dalla Germania 18 moderni carri armati da combattimento “Leopard 2A6”, con relative munizioni e parti di ricambio a corredo. “Abbiamo consegnato quanto promesso“, ha detto il Cancelliere federale Olaf Scholz a Rotterdam, durante una conferenza stampa con il primo ministro olandese Mark Rutte. “I nostri carri armati potranno svolgere un ruolo decisivo in prima linea”, ha commentato il ministro della Difesa Boris Pistorius, “la Germania sta mantenendo la promessa di fornire equipaggiamenti e addestramento per le unità corazzate ucraine”.



Il 25 gennaio, dopo una lunga discussione interna, il Governo tedesco aveva annunciato l’intenzione di “formare rapidamente due battaglioni corazzati con carri armati ‘Leopard 2’ per l’esercito ucraino”. I soldati ucraini destinati a guidare i Leopard hanno completato l’addestramento operativo a metà marzo, con una sessione di tiro nell’area di addestramento militare di Bergen, in Bassa Sassonia. Per motivi di sicurezza, le autorità governative non hanno rilasciato informazioni riguardo a modalità e tempistiche relative al trasporto dei mezzi corazzati.



Continua nel frattempo il dibattito interno sul ruolo della Germania nella guerra. La giornalista Sandra Maischberger ha ospitato un confronto su Tagesschau tra Alexander Rodnyansky (consulente di Zelensky) e Gregor Gysi (esponente del partito pseudo-comunista “die Linke”). Mentre Rodnyansky ha elogiato la Germania sul piano politico per la suddetta fornitura dei carri Leopard, Gysi ha deplorato l’escalation militare: le colpe naziste e la memoria dell’Operazione Barbarossa dovrebbero indurre la Germania a evitare qualsiasi coinvolgimento militare. Il politico di Linke riconosce tuttavia il diritto dell’Ucraina all’autodifesa.



Sul piano militare, Rodnyansky ritiene il rischio nucleare trascurabile, perché “anche Putin ha figli e nipoti”. Se Gysi ha esortato a non sottovalutare la forza dell’esercito russo, secondo Rodnyansky l’Ucraina ha concrete chance di vittoria in un conflitto convenzionale, anche grazie alle forniture belliche occidentali. Le opinioni degli esperti in materia sono peraltro divergenti. L’eventuale riconquista della Crimea da parte delle forze armate ucraine potrebbe rappresentare un punto di svolta: verso un crollo del regime russo secondo il consulente ucraino o verso un’escalation nucleare secondo il politico di Linke.

Anche sul fronte diplomatico i due ospiti hanno opinioni diverse. Secondo Rodnyansky, negoziare con Putin è impossibile: i numerosi tentativi effettuati a più riprese sono sempre falliti, a causa delle condizioni irricevibili poste dal Presidente russo (ritorno della Nato ai confini del 1997). La posizione di Gysi ricorda le tesi “realiste” dello storico americano John Mearsheimer: la Russia resta una superpotenza, membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, con cui occorre scendere a patti. Rodnyansk è convinto che alla fine l’Ucraina riuscirà a prevalere ed entrerà nell’Unione europea.

Sul fronte energetico, la Germania è riuscita a sventare il ban dei carburanti sintetici in sede europea. Dopo il 2035, nei Paesi dell’Ue non potranno essere immatricolati veicoli con motori diesel o a benzina. In deroga al piano originale della Commissione, ci sarà tuttavia un’eccezione per i carburanti prodotti sinteticamente a impatto climatico zero, i cosiddetti e-fuel. Il costo di questi ultimi appare peraltro non particolarmente competitivo: vedremo come andrà a finire.

Un ruolo decisivo nella partita per le forniture energetiche potrebbe essere ricoperto dall’Africa, che dispone di vasti giacimenti di materie prime, tra cui petrolio, gas naturale, metalli preziosi e minerali. Ci sono tuttavia problemi importanti da affrontare, come la mancanza di infrastrutture efficienti e la corruzione. La strategia del Governo tedesco ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo economico del continente, ottenendo nel contempo accesso alle risorse energetiche dello stesso.

Il professor Rainer Thiele, professore presso l’Università di Kiel, nonché direttore del progetto “Kiel Institute Africa Initiative”, ha dichiarato in un’intervista ad Handelsblatt che il potenziale economico dell’Africa è in rialzo, perché la popolazione africana rappresenta una quota crescente della popolazione mondiale. Se Etiopia e Nigeria rappresentano i player più importanti per l’economia del continente, altri Paesi più piccoli, come il Kenya e la Tanzania, offrono un ambiente migliore per gli investimenti, grazie a una maggiore stabilità politica.

Secondo Thiele, il Governo tedesco dovrebbe incentivare il coinvolgimento del settore privato e attuare i progetti più velocemente, anche se la Germania non può chiudere un occhio sui diritti umani, come fa la Cina. Un altro competitor nello scenario è rappresentato dalla Russia, un Paese non paragonabile alla Cina come peso economico, ma che per molti Stati africani gioca un ruolo importante come fornitore di armamenti. La concorrenza, quindi, non manca.

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