STOCCARDA – L’intenzione di Bruxelles di eliminare i veicoli a combustione interna a partire dal 2035 sta causando dissidi in seno alla coalizione semaforica. In particolare, le posizioni del ministero verde dell’Ambiente, diretto da Steffi Lemke, e i due ministeri dei Trasporti e delle Finanze, guidati da Christian Lindner e Volker Wissing (FPD), appaiono inconciliabili.
Secondo i ministri FPD, il Governo tedesco dovrebbe opporsi al divieto. Parlando all’Industry Day di Berlino, Lindner e Wissing hanno affermato che non esiste una soluzione universale per raggiungere gli obiettivi climatici: per questo motivo occorre disporre di un ventaglio di opzioni. Esistono inoltre regioni del mondo in cui la mobilità elettrica non potrà essere introdotta nei prossimi decenni: un divieto dei motori a combustione porterebbe a uno stop degli investimenti, con conseguenze nefaste per l’ambiente a livello globale.
La ministra dell’Ambiente Lemke ha invece sottolineato la necessità di avere sistemi di propulsione rispettosi del clima. Commentando le osservazioni di Lindner, Lemke ha dichiarato che il Governo tedesco si atterrà alla linea precedentemente condivisa tra i partiti della coalizione, che è in linea con la proposta Ue.
Hildegard Müller, Presidente dell’associazione tedesca dell’industria automobilistica, ha ricordato che un’infrastruttura di ricarica affidabile a livello nazionale è un requisito indispensabile per i consumatori, che in Germania è ben lontano dall’essere raggiunto. Inoltre, secondo Müller, per raggiungere gli obiettivi climatici nel settore dei trasporti, occorre puntare su un mix di tecnologie.
La disputa all’interno della coalizione, che si protrae da settimane, ruota principalmente intorno all’uso dei carburanti sintetici, i cosiddetti e-fuel. Wissing insiste sul fatto che anche dopo il 2035 i veicoli con motori a combustione interna potranno essere immatricolati di nuovo se si potrà dimostrare che possono essere alimentati solo con carburanti elettronici. Lemke ritiene che questo tipo di carburante sia adatto solo in alcune aree, a causa della maggiore quantità di elettricità necessaria per la sua produzione rispetto alle auto a trazione elettrica. Staremo a vedere.
Un altro settore non esattamente eco-friendly è quello del trasporto aereo, che al momento è in preda al caos. La questione, discussa nella puntata di “Hart aber fair” del 20 giugno, è che, dopo due anni di pandemia, i clienti hanno di nuovo voglia di viaggiare. Le compagnie aeree, che sono state costrette a ridurre il personale per sopravvivere, non sono preparate a soddisfare la domanda. Risultato: code chilometriche agli aeroporti, ritardi, cancellazioni, disservizi vari.
Il problema non riguarda peraltro solo il settore del trasporto aereo, ma più in generale il settore dei servizi al turismo e al tempo libero. Molti addetti, che hanno perso il lavoro durante la pandemia, si sono ricollocati in altri settori (la logistica ad esempio) e sono difficili da rimpiazzare. Secondo alcuni osservatori, il problema è più in generale riconducibile alla mancanza di personale, dovuta al trend demografico, con l’aggiunta di problemi contingenti.
A proposito di problemi contingenti, il ministro dell’Energia Robert Habeck ha dichiarato il secondo livello di escalation nel piano di emergenza del gas. Il “livello di allerta” (Warnstufe) scatta in presenza di un’interruzione dell’approvvigionamento di gas o di una domanda di gas eccezionalmente elevata, che porta a un deterioramento significativo delle forniture. Tuttavia, i meccanismi di mercato sono ancora in grado di compensare la situazione.
Habeck ha quindi rivolto un appello a tutti i consumatori – sia nell’industria, nelle istituzioni pubbliche e nelle famiglie private – a ridurre ulteriormente il consumo di gas, per quanto possibile. Il ministro ha parlato di una sensazione di “sicurezza ingannevole” in estate. “Ma l’inverno arriverà, quindi dobbiamo prendere precauzioni ora per essere preparati per l’inverno”. Un esempio da manuale dell’atteggiamento “frugale” tipico del Nord Europa.
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