I numerosi fans italiani di Christian Lindner sono delusi: il ministro delle Finanze tedesco ha infatti disdetto il matrimonio in programma in Toscana, optando per una località più nordica. Il luogo prescelto è Sylt, isola sul mare del Nord appartenente al Bundesland Schleswig ​Holstein. Motivazione ufficiale del cambio: il BKA (Bundeskriminalamt, la polizia) non sarebbe in grado di garantire all’estero la sicurezza dell’evento, a cui sono invitati i principali leader governativi.



Forse per farsi perdonare, Lindner ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, in cui ripercorre le linee guida della sua strategia. Con riferimento all’embargo del gas russo, ha riproposto la versione ufficiale, secondo cui l’embargo non può essere messo in atto perché indebolirebbe la Germania e una Germania debole non sarebbe utile alla causa ucraina (il copyright di questa battuta è però del ministro dell’Economia Robert Habeck).



Dopo le domande di rito sull’Ucraina, il ministro ha respinto il tentativo del giornalista di strappare concessioni in direzione degli Eurobonds. Secondo Lindner, il Recovery Fund rappresenta “un’opportunità unica per finanziare gli investimenti pubblici nella trasformazione” e per “allargare il sentiero di crescita e benessere nell’Unione”. In questo caso la parola chiave è “unica”: si tratta quindi di un evento eccezionale, destinato a non ripetersi. Peraltro, continua il ministro, “i finanziamenti non sono ancora stati assorbiti dai governi, anche a causa di problemi burocratici”. Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale.



Un’altra questione discussa dal ministro riguarda la riforma del Patto di stabilità. Da qualche tempo, i paesi del Club Med stanno trafficando per ottenere un ammorbidimento delle regole di bilancio, adducendo come motivazione tutti i casini che si sono verificati e si stanno verificando (Covid, guerra, inflazione, ancora Covid in Cina e Corea del Nord, crisi del grano, crollo delle borse, ecc.). Nell’interpretazione dei Latini, questo si traduce nel navigare a vista, applicando o ignorando le regole, secondo l’estro del momento. Il che equivale, per definizione, ad abolire le regole, contando sulla disponibilità della Germania a garantire il debito altrui.

Come già osservato in tempi recenti, le probabilità che questo accada sono praticamente nulle: i tedeschi non possono stare senza regole. D’altra parte, come scritto nel contratto di governo e ripetuto nell’intervista, il Patto ha già dimostrato la sua flessibilità, che però è stata esercitata un po’ a casaccio, secondo l’ispirazione del momento e dei singoli Paesi. Lindner ostenta peraltro ottimismo sulla sostenibilità dei debiti del Sud Europa: “Ho piena fiducia nei miei colleghi. La situazione attuale non è paragonabile a quella che dovemmo affrontare 12 anni fa”. Infatti, è molto peggio: staremo a vedere.

Nel frattempo il Governo tedesco sta manovrando per bloccare la riclassificazione dell’energia nucleare nella tassonomia europea. Nella bozza presentata a Capodanno 2021, la Commissione Ue ha proposto di classificare gli investimenti in gas naturale e nucleare come “sostenibili”. Il Governo tedesco è però contrario: la tecnologia non consente infatti di escludere gravi incidenti, con rischi su larga scala e a lungo termine per le persone e per l’ambiente. L’energia nucleare è inoltre costosa e il problema dello stoccaggio delle scorie rimane irrisolto.

Le interpretazioni di questa iniziativa sono molteplici. Da un lato, la Germania potrebbe prepararsi un asso nella manica, da giocare contro un’eventuale tentativo francese di imporre un embargo totale del gas russo. Dall’altro, potrebbe darsi che i Verdi, dopo tutte le giravolte a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi, abbiano deciso di rimanere fedeli almeno su questo punto, che ha sempre rappresentato uno dei caposaldi del loro partito (l’incoerenza dei Verdi non sembra peraltro essere un problema per gli elettori).

Sul fronte interno, continua il momento negativo del Cancelliere Olaf Scholz. Dopo la disfatta elettorale in Schleswig Holstein, il 15 maggio è arrivata la batosta in Nordrhein Westfalen, il Bundesland più popoloso (18 milioni di persone, il 21% del totale). I vincitori sono la CDU (35,7%, +2,8%) e soprattutto i Verdi (18,2%, +11,8%). I perdenti sono invece i Liberali (5,9%, -6,7%) e la SPD (26,7%, -4,6%). L’interpretazione prevalente dei dati fa sempre riferimento all’atteggiamento tenuto sul fronte orientale: Scholz è percepito come debole, pauroso e indeciso, i Verdi come coraggiosi e risoluti. Per il momento, i fatti sembrano dare ragione ai secondi.

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